venerdì 7 ottobre 2011

we'll fast forward to a few months later.

è passato tantissimo tempo. da una parte mi piacerebbe avere più costanza e scrivere più spesso, dall'altra sono comunque sollevata dal fatto che la mia vita si sviluppi più all'esterno che non in una sequenza di post nel mio blog; è già accaduto e non va per niente bene. Con la fine dell'estate mi ritrovo più vicina alla conclusione del mio percorso universitario. Vorrei poter scrivere che mi sto finalmente godendo l'elaborazione della mia tesi, che verte sull'argomento che ho sempre sognato di approfondire, e che mi piace dedicarci ogni momento libero della mia giornata. In realtà sarebbe una bugia bella e buona: di poche cose al mondo mi importa meno che della mia tesi in questo momento. Potessi saltare questa parte a piedi pari, ricevere il mio voto dato che ho finito gli esami e chiudere definitivamente il capitolo università, lo farei. Tornare a casa non mi ha fatto l'effetto che temevo. Certo, Venezia manca. E' difficile cancellare quei luoghi, quelle giornate, l'aria che si respira, il silenzio della notte. Ma non mi manca in quella maniera straziante e intensa che in effetti speravo di evitare. Sto bene qui, forse perchè ho la mia casa, i miei spazi, soprattutto perchè ho ricominciato ad andare a danza tutti i giorni. Dio, quello sì che mi mancava. Ora dovrei semplicemente trovare la voglia di finire quello che ho incominciato. E' vero che sono sempre stata spaventata dal futuro, soprattutto dall'impossibilità di poter controllare e programmare tutto, ma adesso vorrei veramente chiudere con lo studio e lanciarmi in qualcosa di nuovo. Forse arriverà anche un lavoretto, e ci spero più di quanto dovrei in realtà. Un po' perchè ho bisogno di risentirmi indipendente almeno per certe cose, un po' perchè questo mi farebbe stare più tranquilla per quanto riguarda la tesi. Se non riesco a laurearmi a febbraio, cosa che francamente vedo molto molto difficile, dovrò ripagare le tasse universitarie. Sapere che ho uno stipendio che può eventualmente contribuire mi fa sentire incredibilmente meglio e allenta la pressione ad un livello più accettabile. Perchè ci sono altri dieci ottimi motivi per cui io debba comunque farcela per febbraio. Conviene rimboccarsi le maniche e basta.

sabato 7 maggio 2011

il futuro.

e non sapendo come, negli ultimi mesi mi trovo spaventata dal futuro. anche se forse spaventata non è la parola esatta. direi più un paralizzante terrore. accade a volte che la mia mente si blocchi e rimangano solo i 'cosa farò? dove andrò? chi voglio essere, dopo questo?'... ovviamente le risposte non le ho. sono sempre stata più interessata al viaggio che alla destinazione. nonostante qualche inciampo iniziale, mi trovo bene nella dimensione in cui sono adesso. certo, ci sono i momenti di sconforto, i momenti in cui non ne puoi più. ma uscire dalla propria zona di sicurezza crea ancora più ansia. non sono mai stata una di quelle che da bambina ha comunicato ai genitori cosa voleva fare nella vita e alla fine si è attenuta al piano. io me ne arrivavo quasi ogni mese con un'idea diversa e più o meno improponibile. e il fatto che fossero progetti irrealizzabili non dipendeva dal fatto che ero bambina, perchè ho continuato negli anni a pormi obiettivi ugualmente impossibili. forse perchè ho un'isana paura dei fallimenti, perchè non so come gestirli. è più semplice dire che tanto 'non sarò mai in grado di farlo' e abbandonare in partenza. scegliere cose al di fuori della propria portata, così da non doverci sbattere il naso. ora, in particolare, ho anche la sensazione di aver ancora meno tempo della maggior parte delle persone che mi circondano. come se avessi potuto fare liberamente le mie scelte e i miei errori fino ad ora, e adesso dovessi cominciare a dare qualcosa in cambio. so che nella realtà nulla potrebbe rendere più fiera la mia famiglia dei miei successi universitari. ma non mi sento pronta, ora, e forse non mi sentirò mai pronta. non so se riesco a camminare sulle mie gambe. non so se veramente sarò in grado di cambiare di nuovo città, e questa volta in maniera più definitiva. sono spaventata dalla mia tendenza a mandare tutte le cose all'aria, quando non riesco più a sostenere la pressione. sono spaventata dall'idea di avere rimpianti terribili su come non ho fatto le cose quando avrei dovuto, di aver fatto le scelte sbagliate e non poter più tornare indietro a raddrizzare le cose. più generalmente, ho il terrore di essere infelice. di soffrire. tutte le cose su cui non posso avere un controllo completo mi fanno impazzire. e se mi ritrovassi tra una decina d'anni, iprigionata in una vita che non voglio, frustrata, infelice, che ripenso solo a quando potevo impedire alla mia esistenza di diventare quello che è in quel momento? cosa potrei comunque fare, a quel punto, se non prendere atto della cosa e rassegnarmici? ecco, nella rassegnazione proprio non sono brava. e a vedere come sta uscendo questo post, direi che anche nell'ottimismo ho notevoli margini di miglioramento.
poi c'è la cosa più pesante...è che io voglio rimanere qui. mi si spezza il cuore all'idea di lasciare questa città, che mi ha abituata ad un tipo di vita in cui trovo perfettamente la mia dimensione ma che non si può ritrovare in nessun'altra città. alla fine ho ancora qualche mese prima di sprofondare nella disperazione del 'cosa faccio??' e magari cercare di imparare a vedere le cose in prospettiva, in maniera un po' più rosea. sarebbe bello capire che anche lasciarsi andare a volte è bello. perchè alla fine, malgrado tutte queste smanie di controllo le mie insicurezze sono sempre quelle. non riuscirò mai a sentirmi meglio solo perchè ho programmato tutto, anche e soprattutto perchè ci saranno sempre quelle variabili che non dipendono dalla mia volontà. vorrei tornare a ragionare come un paio di anni fa, in cui mi dicevo che i programmi a lungo termine sono pressoché inutili. due anni fa non avrei mai detto che sare finita a venezia, eppure sono qui. e questa è la prova che posso anche programmarmi la vita, ma poi strada facendo si aprono tante di quelle possibilità che non credevi lontanamente possibili, le situazioni evolvono, i casi si intrecciano, tutto converge in un percorso che, almeno nel mio caso, non è mai stato una linea retta ma una successione continua di tornanti, false partenze, curve e salite. ma è questo il bello. trovo che sia una sensazione bellissima quando accetti una proposta non aspettata né programmata, con quel senso di euforico stupore che ti fa ripetere a té stesso 'ma sono proprio io a farlo?chi l'avrebbe mai detto!'. ecco, quella sensazione mi fa sentire viva. liberarmi dalla responsabilità di fare un piano ed attenermici, perchè tanto cambio idea ogni cinque minuti. vedere dove ti portano le tue scelte e quelle degli altri, il caso, il trovarsi al posto giusto nel momento giusto, il seguire o meno i consigli e le indicazioni che ci vengono dati, i colpi di testa. solo che, appunto, mi ci abbandono così poco a questi momenti. solo quando vedo che le cose hanno iniziato a funzionare, perchè prima mi sento comunque spaesata. devo abbandonare quest'idea che devo sapere esattamente cosa farò e quando. vediamo dove mi porta tutto il resto.

martedì 8 marzo 2011

carnival is over.

oggi è l'ultimo giorno di carnevale. e forse questa splendida città tornerà alla condizione normale. non che siano sgradevoli le strade piene di maschere a tutte le ore, una pioggia di coriandoli su tutte le calli, bambini sorridenti che mangiano dolci e stringono palloncini e stelle filanti. ma alla lunga i bagni di folla stufano. soprattutto se devi prosaicamente andare a fare la spesa o a lezione.
vorrei che fosse altrettanto semplice porre termine alle pagliacciate che si devono subire tutto l'anno, quasi quotidianamente: alle maschere d'ipocrisia che nascondono veleno dietro a saluti smielati, a persone che hanno ormai passato il quarto di secolo ma si ostinano a comportarsi come bambini dell'asilo. eliminare chi ha problemi con te ma non te lo dice, preferendo magari toglierti il saluto o umiliarti facendo studiatamente finta che non esisti, che non sei a mezzo metro di distanza, che sei trasparente come aria (ogni riferimento non è puramente casuale). oppure persone che ancora al quarto di secolo non ci sono arrivate, ma sai già che ci arriveranno coi due neuroni che hanno ormai in dotazione dalla nascita e che gli permettono di venirti a dire in faccia pseudogiustificazioni e di difendere le loro mancanze in una maniera tale da non rendersi nemmeno conto di quanto risultino offensivi e, soprattutto, di quanto palesemente stiano dichiarando -e nemmeno tanto tra le righe- di essere smidollati incapaci di prendere una posizione chiara che rispetti le loro idee.
ecco, vorrei liberarmi di tutto questo. ma soprattutto, vorrei smettere di trovarmi sempre in mezzo a persone così, non permettere più alla mia autostima di vacillare sotto i colpi di chi non merita questo potere. non permettere a nessuno di farmi credere di essere davvero come mi descrivono solo perchè nella loro meschinità, piccolezza e invidia fraintendono volontariamente parole ed atteggiamenti che in realtà o non si sono mai verificati, o quantomeno sono stati adottati per motivi e con intenzioni completamente diverse.
e sopratutto, cristo santo: impariamo a parlare. se pensi che abbia detto o fatto qualcosa di sbagliato, chiedimi chiarimenti. perchè no, offrimi la possibilità di poter imparare dai miei eventuali errori, di diventare una persona migliore. dammi un po' di fiducia e la possibilità di spiegarmi. non permettere che un solo fatto possa cancellare mesi di normale e tranquilla amicizia.
e soprattutto: evita di sorridermi dolcemente davanti alla faccia per poi sibilare cattiverie appena volto le spalle. ma immagino che tutto questo richieda un certo livello di maturità, umiltà, intelligenza, e soprattutto un numero di neuroni maggiore di due.
ho avuto spesso problemi con le persone, ma solo negli ultimi mesi, per la prima volta, ho pensato che certe persone possono essere veramente cattive. pura cattiveria, astio e non so cos'altro. ho smesso di prendermi un carico di colpe che forse, in fondo, non ho.
perchè credetemi, da questopunto di vista non mi conoscete proprio: perchè se decido di fare la stronza come dite voi, vi assicuro che quantomeno lo faccio con stile.

...e no, il titolo del post oggi non c'entra un cazzo col contenuto, lo so bene.