giovedì 23 aprile 2009

being abroad again.

è strano tornare dopo quattro settimane. tutto è grosso modo uguale a prima. il viaggio di ritorno è iniziato con una bella passeggiata insieme alla mia valigia da 22.8 kg per le simpaticissime calli veneziane, su e giù per i ponti, vaporetti, e infine pulman. il volo è andato bene e sono rientrata sana e salva. qui il tempo è clemente, il sole splende e il campus si è riempito di tulipani, di alberi carichi di fiori. mentre a gennaio si camminava sotto la neve, qua ora il vento leggero porta solo un turbinio di petali rosa. gli inglesi che già giravano in maniche corte sotto le nevicate di qualche mese fa sono all'ultimo stage prima di andarsene in giro in costume (e notare che infradito e canotte fan già parte della mise attuale...). le lezioni sono come al solito; ed è stato bello ritrovare facce note. ma è inutile negarlo, partire ti insegna sempre qualcosa. questa volta ho scoperto che ho molte più persone alle quali sono legata di quanto credevo. amici vecchi e nuove conoscenze, che comunque hanno cominciato a contribuire in maniera sensibile alle mie uscite, e che sicuramente in un certo senso mi mancheranno mentre sto qui. e sicuramente renderanno più piacevole il rientro a casa. non sono qui nemmeno da una settimana, e ho già l'impressione che queste ultime settimane voleranno via rapidamente. e una parte di me accoglie quest'impressione con sollievo. mi manca la mia vita normale.

domenica 19 aprile 2009

selfish.

mi sento un pò sbattuta in questi giorni. in effetti mai come ora ho sentito la voglia di dare alla mia vita una svolta di normalità. sono troppo legata alle abitudini, alla routine, probabilmente per le mie paure. ma a volte vorrei solamente sentire di avere il pieno controllo di quello che sto facendo. e invece non sembra possibile. vorrei guardare dietro le maschere degli altri e capire se quella felicità è reale e solo a me sembra così difficile da raggiungere. voglio capire se solo io ho determinati problemi o se sono semplicemente tutti molto bravi a fingere. ma in fondo che importanza ha? mi ritengo già fortunata, la mia parte di felicità l'ho conquistata grazie a Lui e non c'è altro che desideri ora. solo a volte ho paura di rovinare tutto. forse perchè non mi fido del mio carattere. forse perchè conosco i miei difetti. forse perchè ho ben presente i miei schemi di reazione a certe cose. è che a volte mi sembra così improbabile -alla luce delle mie precedenti esperienze e del mio pessimismo cosmico- che una persona possa pensare che valga la pena instaurare e mantenere un rapporto interpersonale con me, figuriamoci innamorarsi di me. eppure...eppure a volte i miracoli succedono. e allora succede che trovi la persona che ti completa in tutto, il cui pensiero va di pari passo col tuo, la persona senza la quale ti sembra impossibile vivere. e non capisci come tu abbia potuto condurre la tua esistenza prima di incontrarlo. e chi se ne frega se qualcuno pensa che le vostre manifestazioni d'affetto 'nauseino', ogni istante che gli passi accanto vorresti solo guardare i suoi occhi e sentire la sua mano che tiene la tua. e chi si accorge più del mondo intorno? può anche cadere in preda agli spasmi del voltastomaco, per quel che mi riguarda. è solo che tutto questo amore, tutta questa perfezione a volte mi fa solo sentire di più quanto io sia egoista, quanto non mi meriti tutto quello che sto ricevendo. e per quanto sforzo ci metta, i cambiamenti ancora sono infinitesimali. ma basta con le chiacchiere. purtroppo o per fortuna, dietro di me ho una valigia vuota che aspetta.

martedì 14 aprile 2009

time is running out.

di nuovo il conto alla rovescia. e per certi versi non ho proprio voglia di partire, di staccarmi dalla mia quotidianità un'altra volta. forse avrò fatto male a passare tutte queste settimane qui, ma sono stati giorni stupendi. con lui sono stata benissimo, coi suoi amici mi sono divertita, con la mia famiglia mi sono rilassata. e forse si, da un lato ci sono cose che vorrei rivivere ancora. la privacy della mia stanza, l'indipendenza, poter uscire a fumare una sigaretta quando mi va, decidere di alzarmi e mangiare quando ne ho voglia. camminare per il campus pieno di gente, sentendomi in un certo senso parte del gruppo anche se come elemento temporaneo. mi mancano alcuni meccanismi che all'estero scivolano via senza problemi; la facilità con cui fai amicizia quando sei uno studente erasmus, le domande di rito, la semplicità con cui diversi gruppi si uniscono spontaneamente in una serata. ma d'altro canto non avrei cambiato con nulla al mondo queste quattro settimane a casa. se è vero che da una parte questi giorni sono volati, dall'altra mi sembra di non essermene mai allontanata. mi sembra che queste differenze e queste connessioni certe volte mi lacerino. vorrei tornare perchè mi mancano certe cose, ma qui ce ne sono altrettante a tenermi legata. non so decidermi, e certe volte sento di non poter neppure manifestare ciò che sento. non mi sembra davvero possibile che sia già passato tanto tempo. mi sembra ieri di aver fatto il colloquio, e invece di colpo qualcuno deve aver spinto il fast-forward senza che me ne accorgessi. quando serve, il tempo non passa mai. ora, mi sta letteralmente scivolando tra le dita.

sabato 11 aprile 2009

missing somethin'.

certe volte sento la mancanza dei legami che avevo un tempo. anche se si sono rivelati superficiali e deboli, a suo tempo ci facevo affidamento. c'erano davvero persone a cui tenevo, che credevo mie amiche, vincolate da un rapporto che credevo sarebbe durato, se non per sempre, comunque per un discreto lasso di tempo. invece ora mi sento molto spesso sola, da quel punto di vista. vorrei avere altre persone attorno a me, dei punti di riferimento, invece mi sembra di non avere nulla. quando esco con lui e i suoi amici sto sempre benissimo, ma ogni volta mi viene un nodo in gola. seguo tutte le conversazioni col sorriso sulle labbra, comunque consapevole di non essere parte integrante di quel gruppo, ma in ogni caso mi fa piacere esserci. poi però basta una piccola cosa, un gesto, una parola, e mi sento divorare dall'invidia. perchè forse finchè ne fai parte non ti rendi conto di quanto sia bello avere mantenuto i contatti con persone che conosci da tempo. insomma, non so bene come esprimermi, oggi, strnamente non mi vengono le parole esatte. ma tante, tantissime volte sono invidiosa di quello che ha. e lo so che non è sempre tutto perfetto, che a volte i rapporti sono diversi e più complicati di quel che sembrano, ma scatenano ugualmente la fame che ho di rapporti umani, di contatti con gli altri, al punto che tornerei anche alle mie vecchie conoscenze, pur consapevole della falsità e degli sgarbi che dovrei subire. ma poi so che starei peggio, e allora preferisco rientrare nel guscio. ma mi sono sempre ribellata alla frase che certe persone dicono: ' non ho bisogno degli altri, io sto bene anche da solo/a'. beh, per me è una balla. oppure è detta da persone che in realtà hanno una discreta e stabile cerchia di 'altri' attorno, e allora avrebbe più senso dire che ti servono poche persone attorno per essere felice. ma non completamente solo. l'uomo non è fatto per stare solo. anche a me basterebbero poche persone, e grazie a Dio una l'ho già trovata, e mi sta letteralmente salvando la vita più e più volte. per il resto ogni tanto sento una mancanza, e la colmerei persino col cerchio vuoto di amicizie fatte per opportunismo che vedo tanto in giro. ma solo per una sera. poi, tornerei la solita me.

giovedì 2 aprile 2009

sono a casa.

sono a casa. e fin qui,niente di anormale. ci sta. ma non dovevo essere qui. dovevo essere in macchina in autostrada in direzione sud, verso di lui. e invece non ci sono riuscita. sono tornata indietro dopo il solito schifosissimo attacco di panico - e non so nemmeno se la definizione sia giusta -, il terzo in meno di due mesi. ma si potrà? non so cosa mi stia succedendo. so solo che in certi momenti mi sembra di implodere. di non aver via d'uscita. non riesco a respirare, e il cuore salta nel petto come se volesse uscirne. comincio a non sentire più le gambe, tremano, le mani sono congelate e mi formicolano. e poi sento quello che a parole non saprei definire. ondate di ansia allo stato puro, di isteria, voglia di urlare a pieni polmoni, piangere fino a sentirmi bruciare gli occhi. e in fondo, molto in fondo, una voce che riesco a malapena a distinguere mentre il mio cervello va in standby, una voce bastarda che mi dice che come sempre sto mandando a puttane tutto semplicemente perchè sono così. lunatica, egoista, insensibile, codarda. aggiungeteci pure qualsiasi altro aggettivo pertinente vi stia passando per la testa. debole. viziata. menefreghista. opportunista. ma si, perchè no? mi faccio vomitare, in questi momenti, per la mia totale incapacità di reazione. mi ritiro arrancando nella sicurezza del mio guscio, con gli occhi sbarrati come quelli di un gatto davanti ai fari della macchina che sta per investirlo. mi odio. non so cosa mi causi questi blackout totali, non so perchè non sono in grado di comportarmi normalmente. non mi merito tutto quello che ho. mi meriterei la situazione che temo più di ogni altra cosa al mondo. meriterei di essere lasciata sola.

everything's fading.

tutto sembra destinato a svanire. ricordi, emozioni, pensieri. anche il fascino di questo nuovo blog non ha più le sue attrattive iniziali. sono a casa da una settimana e mezzo, e già i ricordi precedenti sono affievoliti. me ne sono mai andata veramente da qua?nulla è cambiato, tutto è rimasto statico nelle proprie forme, e i contorni dei primi ricordi che avevo al rientro cominciano a sbiadire. non so da che parte cominciare. non so cosa pensare. non so più cosa voglio. certi giorni sono solo attimi di estrema confusione, di indecisione totale, di passività. non so nemmeno perchè sto scrivendo queste parole ora. sicuramente è solo la solita nenia di questo periodo, che in realtà significa poco e nulla. vorrei solo ritrovare il mio controllo sulle parole, la mia voglia di scrivere, ma sopratutto la sensazione che provo quando scrivo. non so come si faccia a vivere senza. forse chi non è insicuro come la sottoscritta, chi riesce a dire quello che pensa, sicuramente vive benissimo senza scrivere. ma io no. non sono mai stata brava a dare voce a quello che sento, non sono mai stata nemmeno tanto brava a capire quello che sento. in questi momenti, mettere in fila parole una dietro l'altra mi fa ricominciare a respirare. anche se non dico in sostanza nulla, anche se non serve a nulla, almeno ho una via di fuga per le emozioni, almeno ho un modo per aprire le valvole prima che la pressione salga troppo. non che sia questo il caso di oggi. oggi semplicemente scrivo perchè mi va, perchè c'è qualcosa che vuole uscire, e anche se non so cos'è, non me ne curo...