domenica 12 dicembre 2010

summing up.

è passato più di un mese dallo scorso post. il rientro a venezia è stato meno traumatico del previsto, la voglia di studiare e di finire questa benedetta specialistica è tornata. siamo già in aria tesi, anche se contemporaneamente non vedo l'ora che passi la sessione di gennaio perchè ovviamente ho ancora un classico esame mattone del primo anno che aspetta lì, fiducioso.
per il resto? venezia è sempre la stessa, e dopo un paio di settimane di acqua alta da record ora mi attende una settimana di gelo, freddo e vento tagliente. ma non per questo la amo di meno. se davvero i prossimi giorni porteranno la neve non mi farò cogliere impreparata e partirò con la spedizione fotografica. gli addobbi natalizi per ora non sono un granchè, punto a una passeggiata a san marco per vedere se hanno organizzato qualcosa di meglio (gelo permettendo...).
io sono sempre la stessa; sempre la solita vena polemica pronta ad accendersi, le solite ansie, le solite paranoie, con la differenza di un paio di persone in più con cui ho scoperto è piacevole chiacchierare, le solite persone in meno che si dimostrano per l'ennesima volta immature, egoiste e superficiali (per non dire cattive, proprio.)
Ah. non riesco a togliermi dalla testa -predonate il gioco di parole- l'idea di un taglio di capelli drastico e un cambio di colore. che vista la mia naturale refrettarietà a ponderare lungamente questo tipo di scelte e aggiunto al fatto che io e la pazienza abbiamo da tempo preso consensualmente strade separate, farò a breve nonostante la temperatura del periodo non sia proprio l'ideale. 'taglio nuovo, vita nuova', come dice la mia mamma? può darsi. e dove sta scritto che dev'essere per forza un male?

mercoledì 3 novembre 2010

what next?

mi sto prendendo una vacanza. sto chiudendo tutta l'ansia delle ultime settimane fuori, sto riprendendo la mia vecchia vita, addirittura ogni tanto vado a danza. come prima di partire per venezia. eppure prima o poi dovrò tornare, allora cosa succederà? sarò riuscita ancora una volta a tramutare ciò che amavo in una tortura? tante cose sono cambiate, rispetto all'anno scorso. e di fronte alla prospettiva di rimanere di nuovo senza lui per mesi mi sento malissimo. mah, vedremo come andrà. so solo che per ora sto facendo finta di niente, sto ignorando i pensieri che mi assalivano qualche settimana fa e tutto sommato sto bene. si. bene. come quando ti dicono di riordinare la camera e tu appallottoli tutti i vestiti dentro l'armadio, richiudendo l'anta al volo prima che ti crolli tutto addosso. poi la camera è apparentemente ordinata, il problema è quando dovrai riaprire quel maledettissimo armadio. e prima o poi dovrò farlo. tutto quello che è successo nell'ultimo anno ha risvegliato il mio desiderio di fuga. da una parte è una soluzione fin troppo semplice, ma fino a quanto potrò continuare a scappare dalle situazioni scomode?a volte mi chiedo anche quando questa mia incapacità di restare nella stessa situazione per più di un tot di tempo influirà sulla mia vita futura. come farò con il lavoro, se sono stata capace di intraprendere tre percorsi di studio diversi e scollegati tra loro, stancandomene dopo poco? sono fatta così, eppure da un lato sento uno straziante bisogno di stabilità. troverò mai un punto in cui fermarmi a riprendere fiato? non so cosa spero di ottenere cambiando sempre traiettoria e obiettivo. adesso, per esempio, un progetto  che sta interessando il mio ragazzo mi ha aperto nuove prospettive. ovviamente si parla sempre di post laurea specialistica, quindi ho una quantità di tempo sufficiente per cambiare idea. ma ammetto che ha il suo fascino, sia perchè in qualche modo integra le due cose che ho studiato e soprattutto perchè promette un cambio radicale, un distacco da tutto quello che ho qui, dalle persone che mi hanno ferito, dagli ambienti che mi hanno stancato...una tabula rasa da cui ripartire e costruire finalmente qualcosa. ma ovviamente c'è la possibilità che si tratti dell'ennesima delusione. o per dirla in maniera più precisa, c'è il rischio che il mio atteggiamento e il mio carattere non soddisfino le aspettative, come è capitato altre volte. ma tant'è, prima o poi dovrò decidere cosa fare della mia vita.

sabato 23 ottobre 2010

no need to argue.

qualche giorno fa per la prima volta ho messo in discussione tutto. tutte le scelte che ho fatto dalla laurea in poi. ho avuto davvero una gran voglia di mollare tutto, specialistica, venezia, tutto. perchè sono stanca di compromessi e attese. ed ho un grandissimo bisogno di cambiare ambiente. forse avrei dovuto semplicemente trovarmi un lavoro. forse. non lo so, in queste ultime settimane sembra che abbia sviluppato accuratissime capacità: quella di fraintendere tutto quello che mi viene detto, quella di dire sempre le cose nel modo sbagliato e molto più genericamente la capacità di lamentarmi di tutto e non essere mai felice. ed ho avuto un bel parlare con la mia amica, la settimana scorsa, di quanto sia bello e importante imparare a stare da soli, a bastarsi, per poter poi cambiare il proprio approccio verso gli altri. io a 28 anni suonati ancora non ho imparato. mi sento sola. sola, dipendente, abbandonata, più un sacco di altri aggettivi patetici dettati dall'autocompatimento selvaggio. imparerò mai? in questo momento sento solo un grande bisogno di spazio, di cambiamento, di indipendenza. voglio scrollarmi di dosso il senso di malinconia e solitudine. voglio arrivare ad essere autosufficiente, lo voglio veramente. ma ormai non so più attraverso quale percorso arrivarci, quale tecnica adottare. sono anche stanca di lottare. di cercare di essere superiore alle bassezze e ai comportamenti sbagliati - degli altri, ma anche i miei- di fare sostanzialmente finta che non mi importi o che non mi ferisca. ma ormai comincio a dubitare di riuscire a cambiare le cose.

martedì 19 ottobre 2010

longing for a change.

eppure per una volta vorrei non essere delusa dalle persone che ho attorno. vorrei non essere sempre io quella tagliata fuori, vorrei non avere aspettative che poi gli altri non rispettano. vorrei non sentirmi sola. vorrei capire perchè non sono in grado di mantenere rapporti con altre persone, e sopratuttto vorrei riuscire a rassegnarmi a questo fatto. mi sembra che tutti siano compresi in un mondo in cui io sto al di fuori. per tutti sembra normale avere il gruppetto di amiche, passare le serate insieme, i compleanni, magari anche le vacanze. per me è normalità scoprire che per un qualche motivo le persone che ho frequentato per un certo periodo di tempo smettono di coinvolgermi in quello che fanno. è normale vedere che nel momento in cui ho bisogno io si danno tutti alla macchia. in alcuni casi è anche normale sentire che iniziano a parlarmi alle spalle. certo, poi ci sono persone da cui potevo aspettarmelo e altre che mi hanno semplicemente liquidato così, su due piedi, forse per comodità, forse perchè fondamentalmente gli esseri umani in stato non isolato diventano per la maggior parte capre che spengono il loro neurone a favore di quello dell'elemento che ritengono più 'forte'. spesso non ne sono neppure consapevoli.
ma la cosa che mi chiedo io ora è: perchè non riesco a farmene una ragione?voglio dire, 28 anni di questi comportamenti non sono certo pochi. e so che determinate persone si tengono strette le loro amicizie superficiali e fasulle, ma perchè io devo comunque essere sola? onestamente, ho perso la fiducia negli altri da un bel pezzo. e se siete in grado di darmi una reale motivazione per cui 'l'amicizia è la cosa più importante al mondo', beh, fatevi avanti. forse sono incompatibile con determinate persone. forse sbaglio io. forse quel cavolo che vi pare, ma mi sono davvero stancata di rivivere ciclicamente tutto questo, con chiunque, anche con chi credevo valesse un po' di più.

venerdì 24 settembre 2010

I'm done with the summer.

secondo il clima e il calendario, l'estate è finita. posso dirlo?meno male. basta coi pensieri assillanti che l'hanno accompagnata, con la sensazione di avere troppe cose a cui pensare ed un solo cervello. è ora di ricominciare....
è ora di Venezia. di una nuova casa, di nuove coinquiline da conoscere, di nuove regole da stabilire. di nuove passeggiate, di spritz in campo - che puntualmente non bevo -, di chiacchiere seduti sui gradini di un ponte. di gondole, di università con le aule affrescate, di vaporetti. di migliaia di turisti e di sentire tutte le lingue del mondo che risuonano contemporaneamente attorno a te mentre cammini. è ora del ponte dell'accademia, di san marco e rialto, ma anche di campo santa margherita, del primo sole alle zattere, degli aperitivi al guggenheim, di valigie trasportate a fatica, di mille luci scintillanti di notte. è ora dei caffè presi un po' dovunque a qualsiasi ora, delle polpette di renato, della brioche e cappuccino da majer alle dieci di mattina -accanto alla vecchietta che a quell'ora va di bicchieri di vino che è una bellezza -, del mercato del pesce a santa margherita, dei bambini che corrono, i pomeriggi in biblioteca, il silenzio totale la notte, l'acqua alta e gli stivali di gomma, l'ipod nelle orecchie e nulla che possa disturbarti. 
Dio, quanto mi manca Venezia.

venerdì 10 settembre 2010

è una jungla, là fuori.

no, sul serio. cercare casa è una delle peggiori esperienze possibili. soprattutto se la cerchi nella meravigliosa venezia. e dato che, come mio solito, difendo questa città a spada tratta preciso subito che il problema non è nelle pecche della case/camere o cose simile. eh, no. il problema serio sono i venexiani, o meglio, chi affitta le camere. ma andiamo con ordine:
punto primo: se metti un annuncio cartaceo o su internet, in cui ovviamente specifichi un modo per contattarti (mail, cellulare, numero fisso, messaggio di fumo, piccione viaggiatore...) poi almeno puoi prenderti la briga di rispondere quando una ti contatta. e si, anche se l'hai già affittata fa comunque piacere uno straccio di mail con tre semplici paroline: 'non più disponibile'. non serve altro. così una si organizza, e mi sembra anche buona educazione. se avessi ricevuto risposta alle mail che ho mandato nell'ultimo mese, come minimo ora potrei avere dalle 10 alle 20 camere tra cui scegliere. ma vabbé. per non parlare dei tipici titoli da annuncio su internet: 'cercasi inquilino/a per camera urgentissimo!!!!!' (solitamente tutto in maiuscolo, ma la mia netiquette mi impone un certo controllo) a cui scrivi dopo circa un'ora dalla pubblicazione dell'annuncio e...niente. silenzio totale. veramente geniali.
punto secondo: presa dallo sconforto, nonostante sia della scuola di pensiero che nulla ti cade tra le braccia, ho inserito anche io il mio bravo annuncio su uno dei siti. spoglio di ogni pretesa, si limitava più o meno a richiedere in qualunque parte di venezia (eccettuata terraferma e isole) disponibilità di quattro mura, possibilmente una porta -credetemi, qui a venezia non è così scontato...- una scrivania e un armadio. punto. ho messo anche la cifra che mediamente sono disposta a spendere e ho rimarcato solo una cosa: camera singola (messa in stampatello, al diavolo la netiquette!). prima risposta: disponibilità di un posto letto in camera doppia. seconda risposta: una singola ad una cifra di circa duecento euro superiore al mio limite. e vabbè, allora ditelo. 
punto terzo: .... mmmm no, non c'è un terzo punto: mi riporta tutto al primo. rispondete a queste fottutissime mail!!!non siamo più in ferie, e non ci credo che sul posto di lavoro non avete occasione di controllare la posta. non è possibile che nessuno si prenda la briga di esercitare un minimo di buona educazione. ma siamo davvero a questo punto??capisco per telefono, ma lo sanno che le email non si pagano?
ah, poi non parliamo del linguaggio proprio della compravendita case: diffidate dalla 'camera' graziosa, diffidate soprattutto dai 'a 5 minuti da rialto' (e poi vi ritrovate ai giardini della biennale...sì, a cinque minuti da rialto volando in groppa ai piccioni) e infine, anche se questa non l'ho ancora appurata ma mi sembra veramente sospetta, com'è che ogni casa si trova ai famosi 'cinque minuti' dal vaporetto??evidentemente lungo qualche sponda del canal grande si vedono quattordici case una sopra l'altra, perchè fisicamente mi sembra impossibile che ognuna reclami una tale vicinanza con le fermate. domani passerò a controllare. e già che ci sono mi appenderò un cartello con scritto 'cerco casa' al collo.

venerdì 6 agosto 2010

the ultimate solution

letterina dei buoni propositi:

- dare davvero un colpo di spugna al passato. cercare di mettere da parte i rancori che non portano mai a nulla di buono, accantonare l'orgoglio quando è un ostacolo ai rapporti umani.

- tenere a mente che dare un colpo di spugna non significa fare finta che non sia successo nulla. risettare quindi i rapporti tenendo conto di come si sta comportando l'altra persona, e accettare le eventuali delusioni, per quanto amare, senza ignorarle.

- avvicinarsi di più a coloro che di delusioni finora non ne hanno date, o non così devastanti. anche se recentemente il rapporto si era affievolito. perchè forse non c'è bisogno di sbandierare tanto, ma di dimostrare coi fatti.

ecco. più facile a dirsi che a farsi. ed è totalmente folle razionalizzare al livello di una to-do list i rapporti interpersonali. ma sono fatta così, ho bisogno di avere tutto follemente sotto controllo. e qualcosa nero su bianco a cui buttare l'occhio quando mi autocompatisco, non fa mai male.

giovedì 5 agosto 2010

life is life, after all.

sono stanca di due situazioni in particolare. una posso forse gestirla, l'altra no. sono stanca delle corse contro il tempo, del conta pagine, di dover essere sempre entro i tempi e di lasciarci l'anima ad ogni sessione. io amo profondamente quello che sto studiando, continuerei a farlo tutta la vita, ma ora vorrei poter essere più blanda nel pormi gli obiettivi. i parlo di tempistica, non di quantità di studio. non ho problemi a studiare, ma voglio veramente godermi quello che sto facendo e prendermi la libertà di metterci un po' di più, stavolta. in triennale ho dato il massimo ad ogni sessione, ho fatto tutto per tempo e con risultati ottimi. ora sono stanca e vorrei correre un po' di meno e viverla un po' di più. senza tutte queste pressioni. ovviamente se dico che voglio seguire i miei tempi non significa che voglia passare le mie giornate a perdere tempo, significa esattamente quello che ho scritto: stavolta voglio seguire i miei tempi. godermela fino in fondo, non rinunciare a niente. non stavolta, non riguardo ad una fase della mia vita che, nel giro di un paio d'anni, si chiuderà definitivamente. e questo si, lo posso gestire.
quello che non posso gestire è la mia continua delusione nei rapporti umani, in particolar modo l'amicizia. con eccezioni che si contano sulle dita della mano (senza nemmeno utilizzarle tutte, poi). eppure, dovrei averlo imparato. qualcosa devono avermi insegnato, questi anni. invece sono ancora qui a gestire rapporti altalenanti con le persone, dovuti al fatto che da parte mia c'è qualcosa in sospeso. non posso dimenticare quando mi vengono girate le spalle dopo che ho dato tutto il sostegno di cui avevi bisogno, e dopo continue assicurazioni che ciò non sarebbe mai avvenuto. non posso non pensare a come il rapporto sia cambiato totalmente una volta che tu hai raggiunto i tuoi personali obiettivi; per dirle con parole forse troppo dure, come sono stata dimenticata quando il mio aiuto non serviva più. il problema è che seppur manteniamo un rapporto civile, ci sono momenti in cui queste cose mi viene voglia di gettartele tutte in faccia. momenti in cui il tuo comportarti come se nulla fosse mi fa vedere rosso. ma solo per una questione di principio. perchè è ovvio che io possa andare benissimo avanti anche senza la tua amicizia, ma quando investo su una persona odio vederla comportarsi così. mi fa sentire usata e soprattutto il negare la realtà dei fatti, quando non sono l'unica a notarlo, mi fa venire voglia di troncare tutto. quando sono più tranquilla, penso che la cosa migliore sia dare un colpo di spugna al passato e ripartire da zero. ma purtroppo, non sono per i colpi di spugna, io. ho scoperto quanto sono brava a non dimenticare chi mi ha fatto stare male. non è bello, ma è così. soprattutto, odio i conti in sospeso. quelli in cui non so che direzione prendere. non so come comportarmi. non so se la persona che ho di fronte ha capito di essersi comportata di merda o no. e poi ci metto l'orgoglio. devo solo riuscire a scordare tutto ed andare avanti. "solo". 

sabato 19 giugno 2010

exams

esami, esami, esami. esami tutta la vita. ma chi me l'ha fatto fare? non potevo fermarmi alla triennale? ormai ho preso questa strada...lunedì finalmente si inizia, e non vedo l'ora, seriamente. prima inizio prima ne vedo la fine. se provo solo ad ricapitolare mentalmente le cose che ho da fare questa settimana dimentico sicuramente qualcosa. ma va bene così. se non ho da fare niente vado in depressione. questo primo anno a venezia è stato qualcosa di spettacolare, disturbato solo dalla sua lontananza negli ultimi quattro mesi (che ormai sta per concludersi). una città splendida, l'unica dove vorrei mai vivere, piena di cultura, divertimenti, bellezza, arte. cos'altro si può chiedere? io non voglio nemmeno passare a casa i mesi estivi, figurarsi. al di là di tutto, poi, l'università è di un livello nettamente superiore. eccezioni a parte, che ci sono sempre, rimango ancora di sale quando scopro di fare lezione o seminari con gli autori dei più importanti libri di testo che ho studiato, con ricercatori preparatissimi, con persone che amano quello che fanno. su quanto mi piace quello che studio, non mi  esprimo nemmeno. sarebbe indefinibile e continuerei questo post semplicemente descrivendo tutto quello che ho imparato in questo anno. e non mi pare il caso.
ho conosciuto persone nuove, anche. qui come la mettiamo? penso ci siano delle persone splendide. penso ci siano persone che mi lasciano indifferente. infine ci sono persone verso le quali non mi sono ancora formata un giudizio. le ultime settimane in particolare, sono state costellate da delusioni. odio dover rivalutare le persone con cui avevo legato moltissimo, che stimavo e reputavo mature e intelligenti. per cui non lo farò. soprattutto perchè voglio aspettare che lui ritorni, riportandomi nella mia normalità. perchè in questi quattro mesi, semplicemente, non ero io. sono me stessa solamente se ho lui accanto, senza mi manca una parte di me, fisicamente ed emotivamente. per cui credo che i giudizi e le percezioni di queste settimane non siano state così lucide da potermici affidare per valutare una persona. in più, ammetto che una parte di me ha un po' paura. tengo moltissimo ai pochi amici che ho. si contano sulle dita di una mano, ma quando lego, io do tutto. mi apro completamente, e difatti queste poche persone sanno assolutamente tutto su di me. condivido tutto. sono sempre presente, anche se sono stanca e scazzata, in caso di bisogno. mi chiedi di rimanere fuori perchè non hai la forza di tornare a casa e ti dico di si. ti ascolto per ore anche ogni giorno, anche se ripeti le stesse quattro frasi tutte le volte. sopporto quando non parli e cerco di strapparti un sorriso quando vedo che gira male.
e non voglio scoprire, col suo ritorno, che il voltafaccia che hai fatto mi ferisce ancora. vorrei vederlo in un'ottica più ragionevole; vorrei comprenderlo e giustificarlo. perchè non posso pensare che esistano davvero persone in grado di cambiare così nel giro di pochi giorni. persone che ti usano finchè gli servi e poi spariscono, per di più sostenendo che è tutto come prima. non so davvero più cosa pensare. anzi, so cosa pensare. non mi interessa più, ormai mi interessa solo una cosa. mancano tre giorni al suo ritorno, e anche se è del tutto estraneo al mio carattere e a come vedo i rapporti interpersonali, spero tanto che dopo mi dimenticherò il tuo nome e di esserti stata amica, come tu hai fatto con me. tornerò anche io al rapporto freddo che tu ora consideri normale. perchè riavrò indietro la mia vita. 3 giorni.

lunedì 24 maggio 2010

basta...

la verità? sono stufa di essere la consulente degli altri. sto benissimo con le persone che ho intorno, e sono lusingata dalla fiducia che mi danno, ma più di ripetere sempre le stesse cose ai muri non posso fare. in qualsiasi rapporto di qualsiasi natura con un'altra persona, c'è solo un modo per andare avanti e smettere di torturarsi: parlare sinceramente. sempre e comunque. non si può ragionare con la propria testa per conto degli altri. se non accetti questo, rimarrai sempre a rimuginare su ogni parola e sguardo e torturarti su problemi (apparentemente) insormontabili. e sì che ad una certa età bisognerebbe saperlo. ma la verità è che a volte è pesante sapere i fatti di due persone che si piacciono e non avrebbero altri ostacoli da superare, mentre io sono ancora qua che conto i giorni al suo ritorno. sono stanca di vivere di luce riflessa, di vedere tutti i segnali nelle persone che ho intorno e di non avere qui la persona che fa brillare gli occhi a me. di dovermi accontentare del pallido riflesso dell'affetto di un amico quando vorrei ben altro da tutt'altra persona. mi manca. e la gente non si accorge di quanti problemi inutili si fa. o forse sono io che certe volte riesco ancora a riesumare la mia stronzaggine storica anche verso chi mi sta più vicino in questo momento. va bene, passerà anche questa. 29 giorni.

lunedì 17 maggio 2010

everything must go.

sostanzialmente sto andando avanti ad acqua e sigarette, alternando ore in biblioteca a lezioni, con una passività esasperante. ovviamente il tempo non è più tanto e ancora sono in alto mare. i jeans ormai mi vanno tutti larghi, non so ogni quanto ormai riesco a fare un pasto decente. non che la cosa sia un problema, direi che di scorte di grasso ne ho a sufficienza prima di dovermi preoccupare...però non mi sono mai ridotta così per l'università. sono sempre stanca, quasi sempre scoglionata (passate il francesismo) e non mi curo nemmeno particolarmente di come arriverò a questi esami. vabbè. mi inizia a stancare la gente che ho attorno (con rare eccezioni) ma so perfettamente che dipende da me. non ho voglia di farmi caricare sulle spalle anche i loro problemi. sono molto egoista, ora. e ovviamente, proprio quando vorrei stare sola, le persone riscoprono la loro gentilezza per il prossimo e mi tartassano di domande. boh forse è anche per la sua assenza, e tutto quello che ne consegue. forse è solo la mia cara compagna di stanza che mi rende impossibile dormire in maniera che non sia conforme ai suoi ritmi, forse sarà che ho davvero un milione di cose in testa, relative all'università e non. tra due settimane scendo di nuovo a casa, e in un certo senso non vedo l'ora. ho bisogno di cambiare ambiente anche se per pochi giorni. ma dall'altro lato mi assale il pensiero che la mia attività in quei giorni sarà comunque studiare per le tesine, per cui è un circolo da cui non esco. e nemmeno da quello dei post sconclusionati e senza senso, a quanto pare.

domenica 9 maggio 2010

keep on living.

decisamente meglio. gli argomenti per le tesine sono (quasi) definitivamente concordati, e finalmente sento solo lo stimolo e la voglia di mettermi al lavoro, di scrivere, di leggere. una in particolare mi affascina moltissimo; sto prendendo contatti con un professore bilingue (italiano - lis) che mi farà da informante per raccogliere i dati necessari alla tesina. è la prima volta che svolgo questo tipo di lavoro, il lavoro del linguista vero, e non vedo l'ora di iniziare. è quello il motivo per cui amo la linguistica, mi ha sempre affascinato il lavoro di raccolta dati, progettazione dei test da somministrare, richiedere giudizi di grammaticalità, e poterlo finalmente fare in prima persona mi fa sentire emozionata come un bambino come un giocattolo nuovo. ovviamente non ho la più pallida idea di dove mettere le mani e come fare a ideare test adatti, ma mi è stato detto che il professore studia quello di cui dovrò parlare io nella tesina, per cui c'è una buonissima probabilità che sia in grado di aiutarmi lui stesso. insomma, non vedo l'ora. per il resto finalmente sono di nuovo in contatto con lui, sono stati due giorni di telefonate interminabili in cui l'ho aggiornato su tutto. per il resto continuo a godermi venezia, e i rapporti che sto allacciando coi miei compagni di corso, uno in particolare, che minaccia di diventare una bellissima amicizia. insomma, grosso modo va tutto bene. l'ansia ha lasciato posto alla voglia di dimostrare finalmente quello che so fare, e dato che sono arrivata a scegliere di studiare ancora dopo la triennale non suonerà così strano se dico che ho anche voglia di mettermi a studiare seriamente. sono fatta così.

martedì 4 maggio 2010

ma che belle giornate.

arrivati a questo punto, as usual, le cose da fare si moltiplicano a vista d'occhio e la voglia di farle sta preparando il passaporto per espatriare. non va bene. non so perchè il mio cervello a suo tempo mi abbia suggerito di proseguire gli studi alla veneranda età di 27 anni (quando dovevo solo ringraziare di essere arrivata a prendere la triennale, per capirci) e, non contenta, abbia poi scelto di cambiare ateneo e corso di studi. per la serie 'ti piace vincere facile', eh? come no. e ora mi ritrovo catapultata qui, con gli esami alle porte, tre tesine da scrivere su argomenti per cui le mie conoscenze in materia offrono un supporto saldo quanto una lastra di ghiaccio spessa due millimetri e senza avere idea di cosa cercare. mi sento stanca. potevo essere a fare tutt'altro, ora. poteva andare diversamente. e poi mettiamoci il mio adorabile caratterino che mi porta a voler per forza dimostrare sempre qualcosa a qualcuno (leggi: tutto a tutti), le mie insicurezze, il mio piegarmi alla paura del giudizio altrui. si, sono di ottimo umore in questi giorni. e non è che il contorno sociale e personale aiuti tanto. a parte il diluvio di ieri e oggi, il sole estivo della scorsa settimana pareva urlare 'Zattere' in ogni momento della giornata, il mio ragazzo è disperso nella cina meridionale senza possibilità di contatti né telefonici né tramite internet (ma va? che novità...) e la mia voglia di leggere l'esigua cartella di papers, articoli e pubblicazioni che ho estrapolato a fatica dalla rete (chi ca**o ha detto che su internet si trova tutto???) e che certamente si riveleranno totalmente inutili ai fini delle suddette tesine si vede da come procedo imperterrita nello scrivere un post totalmente inutile, che poteva facilmente riassumersi nel titolo: 'non ho voglia di fare nulla'. così vi sareste risparmiati almeno la fatica di leggere. so che questo è il mio solito momento 'pre esami' in cui prospetto solo fallimenti, pianti e pubbliche umiliazioni, per poi magari scrivere tra una settimana tutta felice che le tesine vanno a gonfie vele (mmm come no...) ma ormai è quasi un rituale in cui dovrò passare sempre. e poi non ho nemmeno voglia di citare un esame di cui realmente non capisco nulla, di cui per mettermi in pari dovrei tipo rifarmi un'intera triennale di Ca' Foscari, e la simpatica prospettiva che a breve rientrerà in casa una squinternata che non fa assolutamente nulla durante il giorno (nonostante studi anche lei alla magistrale) e con l'adorabile tendenza a tenerti compagnia con la telecronaca trasposta in diminutivi che nemmeno immaginavi esistessero, canticchiamenti vari, mugolii, fischiettii, versetti e quant'altro. ovviamente SI, sono ironica.

martedì 6 aprile 2010

brain.

okay, so che siamo questa stupenda macchina che funziona con meccanismi studiati al millimetro eccetera eccetera.so che facoltà quali il pensiero, la memoria, il linguaggio, tutto contribuisce a renderci una specie avanzata. ma francamente, diciamocelo, abbiamo non poche lacune. penso al nostro cervello. dato che, se non vado errata, ne usiamo circa il 10% (o almeno così ho saputo), la mia massima aspettativa si ripone tutta nel restante 90%. magari in quelle parti che al momento giacciono apparentemente intonse o comunque utilizzate per scopi ancora ignoti alla scienza ci saranno, nell'ordine:
a) un interruttore che impedisca alla mente di martoriarti di continuo sulle stesse cose per giorni, settimane, mesi, anni. quando pensi di stare bene, ciclicamente le paranoie ritornano, stringendoti in una morsa fino a tenerti sveglio la notte a guardare il soffitto. quando sembra che tutto stia andando bene, basta un qualcosa di veramente minimo, insignificante, prosaico, e tutto torna alla mente, i pensieri tornano a rincorrersi sempre nel solito cerchio, senza inizio nè fine, senza soluzione. le persone intorno a te ti offrono alternative, cercano di entrare nei tuoi meccanismi per fartene vedere l'assurdità o la non veridicità ma tu non riesci a dargli spazio. puoi anche essere la persona più aperta e pronta al confronto e al dialgo del mondo, ma certi pensieri sono così radicati che fanno ormai parte del tuo modo di pensare indipendentemente dalla presenza reale o meno della situazione che li ha generati. (leggi: certe paranoie non ti passeranno mai). i vecchi pensieri tornano sempre attuali, i collegamenti più improbabili nascono spontaneamente, il che mi porta direttamente al punto
b)il dispositivo, la facoltà, la capacità, insomma quel cavolo che serve per rimuovere collegamenti e memorie che ormai non servono più. faccio giusto un esempio terra terra: se con l'amore della tua vita -che per la cronaca, poi ti ha scaricato senza troppi problemi per la tua migliore amica, giusto per rimanere sul banale- avevate la graziosa abitudine di cenare al mcdonald devastandovi così il fegato in nome dell'amore eterno, ed ora tu ti sciogli in lacrime ogni volta che nell'aria senti puzza di fritto o vedi una grossa m stilizzata (o quel cavolo che ha il mcdonald per insegna, non ricordo) in giro per strada, non sarebbe tutto più semplice se avessi il potere di imporre al tuo cervello di svincolare il fritto da ogni ricordo sgradevole?okay, forse un pò estremo, diventerebbe poi un pò troppo 'automatizzato' e cinico, come sistema, ma quantomeno imparare a dimenticare prima le cose che restano solamente a torturarci, senza dare stimolo ad una crescita, per esempio, quelle cose che non hanno altra utilità che ricordarti un fallimento.
c)infine, fortemente collegato al punto precedente, la memoria selettiva. capisco che probabilmente sto spingendo il discorso un pò troppo all'estremo, che in fondo il fascino della nostra mente sta proprio in facoltà come quella di ricordare alcune cose e metterne da parte altre, ma in sostanza quello che chiedo è: ok, rinuncio agli interruttori, rinuncio a staccare i collegamenti coi ricordi (o quantomeno a staccarli dal dolore e dal rimorso), non mi lancerò più in richieste precise, ma mi domando...appena un pochino più di controllo, no??in fondo si suppone che i pensieri siano i miei pensieri, che i ricordi siano i miei ricordi, per cui già sono abbastanza autolesionista di mio nella vita, perchè almeno non posso porre un limite alla varietà di modi che ho per farmi male? perchè devo continuare a pensare a cosa che so di non poter pensare, perchè resuscitare desideri di qualcosa che so di non poter ottenere, non sarebbe più semplice senza? o quantomeno, abbassare l'intensità quando si sente di non poterli più sopportare. giusto così, una tregua ogni tanto. mi sembra un compromesso più che accettabile.

venerdì 2 aprile 2010

Basta.

basta, per favore. basta chiedermi cosa racconto, che novità, che cosa ho fatto e stronzate simili. la risposta è sempre quella. non ho fatto nulla. non ho visto nessuno. non ho messo il naso fuori di casa. sono sempre qui a vegetare davanti al pc. non c'è nessuna novità. e non ci sarà mai. perchè sono semplicemente sola e sto cercando di bastare a me stessa. per cui si, stasera starò qua a guardarmi un film, verosimilmente domani pure. niente passeggiate, niente uscite, niente pub, niente locali, niente di niente. perchè non conosco nessuno a cui potrebbe interessare uscire e fare due chiacchiere con me, non ho amiche, non ho nulla. per cui basta chiedermi cosa racconto. non racconto un bel niente perchè la mia vita in questo momento è il niente. la quintessenza del niente, la piena rappresentazione del niente. mi sento ridotta ad un vegetale, senza alcuno stimolo nè interesse. mentre là fuori il mondo gira anche senza di me (ovvio). e mentre tutti continuano per la loro strada io sono qui, invisibile. potrebbero passarmi attraverso e non accorgersene. perchè, diciamocelo, il mio apporto a questo mondo ultimamente  è del tutto nullo. sono chiusa a casa da una settimana, mi sento a pezzi moralmente parlando, non ho nemmeno voglia di prendere la macchina e fare semplicemente un giro. forse perchè i miei automatismi mi porterebbero verso posti che fanno solo più male. eppure darei qualsiasi cosa per scappare da qui. e al tempo stesso l'apatia mi blocca.ma vabbè. come al solito attacchiamoci in viso un sorriso falso, così che il resto del mondo possa liberamente dedurne che va tutto bene senza che io dica niente, e andiamo avanti. finirà tutto questo, prima o poi. è l'unica cosa che mi sostiene. che non sarà sempre così. ma poi penso che ancora mancano due mesi, e mi sento morire. non importa. sorridi.

sabato 27 marzo 2010

The sound of silence.

ho riflettuto a lungo prima di iniziare a scrivere questo post. perchè vorrei muovermi in un campo minato, possibilmente senza fraintendimenti e senza urtare la sensibilità di nessuno. da tempo volevo imparare la lis, anche se non saprei indicare il motivo. forse il problema che ho sempre avuto nella mia capacità di comunicare - a parole- con gli altri, forse il fascino che la possibilità di 'parlare con le mani' esercita. ovviamente entrando così in un ambiente in cui sono presenti molte persone in grado di segnare, mi è capitato spesso di vederle accanto alla macchinetta del caffè o fuori dall'università immersi in chiacchierate col mio professore. il punto in cui voglio andare a parare è: non so ancora che scuola di pensiero voglio abbracciare a proposito della sordità. da un lato moltissime persone - generalmente udenti...- si ergono a 'paladini' delle comunità di non udenti, rivendicando il loro diritto a vedere ufficializzata la lis come lingua vera e propria dallo stato italiano (d'accordissimo su questo punto) spingendosi oltre fino a dichiarare che l'essere sordi è un vero e proprio 'status' i cui appartenenti non hanno alcun interesse a cambiare la loro situazione e vogliono solo che le persone la rispettino in quanto tale. onestamente, non posso proprio dire di conoscere abbastanza persone sorde o quanto meno di saperne abbastanza sulla loro cultura e situazione per poter prendere schieramento o neanche parlarne in maniera sensata; l'unica cosa che posso fare è guardare alla mia brevissima esperienza personale (da settembre scorso fino ad oggi). il mio professore di lis è un sordo madrelingua; la cosa più spettacolare è che fin dalla prima lezione (ovvero fin quando ne sapevo meno di zero a livello di lessico e strutture grammaticali) sono stata perfettamente in grado di capire quello di cui parlava. (ok, uso il termine 'parlava' per ovvi motivi di comodità e chiarezza) l'espressività del viso, l'iconicità universale di alcuni gesti hanno reso necessaria pochissime volte la forma scritta. lui si fa capire, punto e basta. anche se è la prima lezione e non hai mai visto un segno in vita tua. col passare dei mesi mi è capitato anche di trovarmi fuori con lui e fare le così dette chiacchiere di circostanza, della serie ti trovi vicino a fumare la sigaretta e un pò per buona educazione un pò per altro scambi quelle due parole. niente in lui mi ha dato mai l'idea di pensare che la sua sordità fosse una menomazione. a prima vista. ma lui è comunque un ragazzo di circa trent'anni, con la fortuna di aver imparato dalla nascita la lis - fortuna che non tutti i sordi hanno- e abituato ormai da anni a conviverci. ma pochi giorni fa l'ho visto incapace di comprendere una ragazza per strada che gli chiedeva un accendino. oppure ci ha parlato del fatto che ha la patente speciale B nonostante 'sia solo sordo e perfettamente in grado, quindi, di guidare'. ed ho pensato a quelle volte che mentre guidavo un colpo di clacson mi ha permesso di segnalare ad una persona distratta il mio arrivo ed evitare un incidente, e viceversa. insomma...per quanto possiamo essere di supporto all'integrazione, per quanto la lis e altri accorgimenti rendano la loro situazione meno grave possibile, resta comunque il fatto che la sordità è un handicap, e non possiamo negarlo, penso. che poi ci si possa convivere perfettamente e che magari -come nelle discussioni sulla sindrome di down- la mancanza da una parte ti porti alla overcompensation da qualche altra parte non mi sogno di negarlo. in sostanza, è facile (da udenti) dire 'oh-dio-quanto-è-figa-la-lis' ma magari bisognerebbe anche provare a mettere a fuoco che quella è nata da una necessità. provate a immaginare una giornata tipo senza sentire alcun suono. partiamo dalla mattina, ad esempio. alle 8.30 suona la sveglia...ecco, appunto. esattamente ciò che intendevo.

domenica 14 marzo 2010

pain.

Few minutes ago, out to the blue, it begun to hurt. it hurts badly. I feel awful. I feel cold inside. But still, I'm not crying. I can't. It hurts so badly that I cannot explain. I should be angry. I would be angry. Instead, I feel empty. alone. I feel all the worst feelings I could find. It's unbearable. I pretend it's all right. I cannot speak to anybody. I'm alone. I make jokes on this. but inside, something it's breaking me from the roots. I cannot do this. I cannot go through this. I need you here. now. I search for a way to escape this. but I can't find it. I can't cry, and even if I could, I would not do it. I must be strong. but I'm feeling like a child left alone among strangers. nobody understand me. nobody can help me. the only person who could help me, is thousands miles away from me. I really can't do this. nothing souns interesting to me. and just an hour ago, I was fine. so what?what happened?why I am not able to control this? it sounds so unreal, so unbelievable. two weeks ago we were together. what am I supposed to do now, alone? I miss you. I speak to you on the phone, I text you, I chat with you, but it's not the same. I need the real you, bones and flesh, I need to feel how it was when you hugh me, how was your hand holding mine, like nothing could push you away from me. I just want to cry. I just want to be childish, pathetic, weak, and beg you to come back. it's not the same without you. your voice is not enough. I want to fall asleep and never wake up. or at least, to wake up in june, when you'll be here again. and I've got to study, I've got classes, I've got exams. I just want to run away from everything. just stay in silence, I want to be invisible to the rest of the world, which perhaps I already am. I don't want people talk to me. but at the same time, I desperately need someone to talk to. someone who could listen to me. someone who could be a friend, for once in my life. please, someone help me. I'm not such a bad person, there should be someone who want to get me out of this hell. because this is my personal hell. the thing I've always been most afraid of. to be left alone. without someone who lend a hand to me. please step forward. it's probably the time I need someone most. I'm not asking the moon.the point is I know myself, I'm not going to talk first. but I know what I used to be in this kind of situation. I made mistakes. I made mistakes and I'm still carrying the scars for that. I don't want new scars on me, neither metaphorically nor -above all- literally. I know what I am capable of. and I'm just trying to prevent all this. but I can't do this alone. I need someone. I need help. please.

mercoledì 3 marzo 2010

tu e il tuo neurone.

ci sono diverse categorie di persone, e sono sicura di non rientrare sicuramente tra quelle tolleranti. lo so benissimo, questo. non sono una di quelle anime buone e pazienti che sopportano il loro fardello senza fiatare, anzi, cercandone i lati positivi. a me, certe cose, fanno proprio girare le palle. perchè un conto è una persona che l'impegno ce lo mette, ma proprio non ci arriva. voglio dire, la natura non è stata generosa con tutti allo stesso modo, inutile girarci intorno. puoi avere il tuo unico neurone ubriaco, metterci tanto tanto impegno ma poi le parole passano oltre il tuo cervello senza filtrare le informazioni utili. a quel punto cosa puoi farci? è come sparare sulla croce rossa.non si può pretendere più di tanto dalle persone, questo l'ho imparato da tempo. questo posso accettarlo. può fare saltare i nervi, certo, ma se vedi lo sforzo, sia pure rappresentato da deboli, miseri tentativi finiti male che potrebbero anche fare tenerezza per la loro pateticità, ti puoi sentire comunque soddisfatta. si può passare anche sopra a tutto. ma se tu, stupida patetica persona col tuo unico neurone ancora più idiota di te, pretendi di prendere per il culo me (che ok, non dico tanto, ma forse a due neuroni nel mio momento di gloria ci arrivo), allora mi fa veramente incazzare. se ti devo ripetere le cose in tutte le fottute lingue del mondo, nella vaga (e vana) speranza che sovrastino il ronzio interno del tuo cervello e che tu possa carpirne qualche contenuto, per poi illudermi che tu possa aprire il tuo cervello quel tanto che basta a capire che non ci sei solo tu e il tuo fidanzato/amici celebrolesi al mondo, e infine rendermi conto che non solo sei ancora nella piena fase emotivo-adolescenziale del 'iosonocosìnoncambieròpervoichisenefregagnègnègnè' (indice per altro di grande maturità) e continui imperterrita per la tua strada...che poi: non è che fai solo di testa tua, cerchi pure di prendermi per il culo dandomi il contentino a parole e facendomi si si con la testa tutta sorridente mentre ti parlo...beh, l'unica cosa che vorrei che tu capissi e che a me, gioia, non mi stai prendendo per il culo. è che io (cogliona, ok) te lo lascio credere. perchè sono una persona comunque pacifica (leggi: cogliona) che non riesce a prendere a muso duro quasi nessuno, a meno che non sono portata proprio allo stremo. insomma, non mi stai fregando. e tu e il tuo neurone, potete anche andarvene a fanculo, ogni tanto.

giovedì 25 febbraio 2010

I'm home

still, no matter how much I'm sad, worried or tired; as long as I make my first step here, everything melt away. I feel like something very heavy has just dropped down from my chest, and eventually I can use my whole lungs to breath. I love this city. I'm at home, here. I love everything I see. Bridges, gondolas, pigeons, I don't care. everything is meaningful, romantic and dreamy here. And I'm looking forward to move . even if for a month (or more) I will get lost every time I'll have to go and buy groceries. and I know that I'll be swearing every time I'll be carrying my luggage through bridges and streets packed with people. I know in venice you can't drive your car, so you have to walk everywhere. I know there are tourists in every period of the year. I DO KNOW there's high water!!Really, I know everything people usually say to you when you announce: 'I want to move to venice'. so for the last time, stop telling me that. I love venice, I've always loved venice, I've always wanted to move there. I don't care about anything else. because here is where I feel I'm home. Here is the place I feel I belong to. and I'm not saying that when I come here problems fade away and I find solution for every trouble. I'm still upset, angry, tired, and so on. but I also have a connection here as I've never felt before. I have to stay here. I'm going to take the art and the beauty of this city as much as I can. Maybe I will live here forever. who knows? The only thing I know is that I love every centimeter of this amazing city, I love it deeply. it seems to me the best place in italy where you can live. Am I going to change my mind? Perhaps I am. but so far I'm just mad about venice, mad about my real home.

giovedì 11 febbraio 2010

Essere maturi e razionali è una rottura di palle.

è così. sono stanca di essere la 'ragazza seria'. stanca di essere affidabile, ragionevole, comprensiva, matura e quant'altro. stanca di essere la 'brava ragazza' che non risponderà mai in maniera diversa alle aspettative. e sopratutto, sono stanca di chi continua a chiedermi come vivo il fatto che la sua partenza si avvicina. anche se a chiedermelo sono state le due amiche più care che ho sulla terra. mi sale spontaneo il tono sarcastico e la risposta che vorrei dare è: 'tu cosa dici?'. e invece continuo col mio aplombe a dire che va tutto alla grande, blatero stronzate indubbiamente ad effetto su come lui debba essere libero di fare le sue scelte, costruire il suo futuro, vivere le sue esperienze. e sia chiaro, lo penso davvero. ma ora, umanamente parlando, anche se la mia ragione mi fa riconoscere tutto questo (e ne sono fiera) secondo te a livello emotivo come cazzo mai potrò reagire? scusa, ma se rispondessi che sono perfettamente tranquilla e totalmente felice che il mio ragazzo vada dalla parte opposta del mondo per quattro mesi sarebbe quantomeno sintomatico di un problema nel nostro rapporto....non ci vuole tanto a capire come la vivo. e anche se questo non mi fermerà assolutamente dal comportarmi come ho sempre fatto, e dal pensarla come ho sempre fatto, ritenevo solo opportuno dare almeno una volta la risposta reale alla domanda 'allora, come vivi il fatto che G. vada in Cina quattro mesi?'
'sto di merda solo al pensiero, ma non per questo ho il diritto di condizionare la sua vita.'
si perchè in realtà sono davvero felice che lui faccia finalmente una cosa che desidera da tanto, sensata per quanto riguarda la sua preparazione universitaria (che poi era anche la mia), e gli auguro un'esperienza stupenda. per tutti i motivi elencati nelle prime due righe del post. perchè sono una persona razionale, che non crede che imporre le proprie scelte sia una base solida per un rapporto di coppia. ho vissuto la storia 'col cappio al collo' sulla mia pelle, tempo fa, e credetemi: non funziona. prima di essere felici in due ognuno deve costruire la sua vita ed essere felice da solo. se no crolla tutto. e di questo sono sempre stata convinta. ciò non toglie che almeno una volta voglio fare la parte della fidanzata isterica, rompipalle, viziata e immatura e lamentarmi di tutto. perchè è vero che io ho fatto un erasmus in inghilterra di cinque mesi (in realtà quattro dato che lo spring break l'ho trascorso a casa), ma analizziamo un attimo la questione:
- l'inghilterra è a circa due ore di aereo da casa, la cina indubbiamente non ha questo vantaggio...
- per quanto gli inglesi siano differenti, quella cinese è proprio un'altra cultura e non aiuta che la mia migliore amica che vive ormai là da un annetto mi dica 'guarda tu con G. sono sicura che puoi stare tranquilla, ma dovrà comunque stare in guardia che le cinesi sono le peggiori zocc**le sulla faccia della terra' ...
-io ero ad una, fottutissima ora di fuso orario, non sei.
- quando lui andrà via qua io rimarrò sola. non è per muovere a pietà nessuno, ovviamente, ma significa che i miei fine settimana saranno preferibilmente spesi a venezia in casa a non fare nulla piuttosto che qui, sempre in casa a non fare assolutamente nulla. non ho la compagnia di amici che mi porta fuori se una sera vado via di testa. e sono pure astemia, vaffanculo. 

....ho già detto che voglio semplicemente lamentarmi un pò?
lo so che andrà tutto bene. lo so. ma non vedo l'ora sia il 23 di giugno e tutto questo sia passato.

venerdì 22 gennaio 2010

old memories.

eppure non ero così. avevo superato tutto questo. ho lavorato anni su me stessa per cercare di non essere più così. dominare quegli scatti che poi mi lasciano solo sconfitta e umiliata. perchè non voglio essere giudicata per quei pochi momenti che ancora sfuggono al mio controllo. e invece nelle ultime settimane stanno aumentando paurosamente. non voglio ritornare indietro a vecchi difetti così faticosamente superati. se c'è una cosa che ho imparato, è che alle persone basta un attimo per giudicare, e quel giudizio se lo terranno poi stretto tutta la vita. sembra una visione un pò troppo sconsolata, ma in realtà è così. l'ho provato sulla mia pelle più e più volte. ho avuto un carattere difficile fin da bambina. molto difficile. non sono qui a dire che ero la povera vittima esclusa dai giochi e trattata male, perchè nei miei ricordi meritavo gran parte degli sgarbi che ricevevo. ma poi, sono ricordi corretti questi? un bel regalo lasciatomi dai miei compagni di infanzia, è che non ricordo assolutamente niente dei miei anni di vita, praticamente fino al liceo ( e anche lì ho grosse difficoltà). come se fosse stato dato un colpo di spugna al mio cervello, che sicuramente ha preso la saggia decisione di proteggermi e ha selezionato ciò che valeva la pena ricordare. cioè, un bel nulla. non posso pronunciare la solita frase 'ho avuto un'infanzia felice'. la mia infanzia è stata un inferno. anche se non ho assolutamente modo di raccontare nei dettagli il perchè. (e anche se mi ricordassi, non lo racconterei mai). per cui un'altro ritornello che mi ha accompagnato nel corso degli anni è stato: hai un caratteraccio, devi smetterla di esser così, con te non ci si può parlare, ecc ecc ecc.
e ci ho lavorato su. dio, se ci ho lavorato. e credetemi, non è semplice. eppure credevo di esserci riuscita. invece in queste settimane posso contare praticamente uno scatto di nervi alla settimana, se nondi più. mi sento una fallita. sento di aver perso ogni stima nel giudizio delle persone intorno a me (se mai ne avessero avuta). mi sento di nuovo come se avessi otto anni, con nessuno che vuole più stare vicino a me, giocare con me, parlare con me o semplicemente avere a che fare con me.
e so benissimo che chi mi sta intorno farà un sorriso sarcastico di fronte ai miei momenti di intolleranza, probabilmente anche uno sguardo di compatimento, non accorgendosi che per me è una tragedia che si consuma dall'interno. significa che ho fallito di nuovo, per di più di fronte a persone che magari stimo (e chi mi conosce un pò sa il mio -pessimo- rapporto coi fallimenti e la difficoltà a digerirli) significa dover fare i conti con un imbarazzo per un qualcosa impossibile da giustificare e spiegare e che quasi nessuno potrà mai capire, significa che le prossime settimane della mia vita che passerò con altre persone saranno un continuo, stretto lavoro di autocontrollo per poter aumentare il tempo tra oggi e 'l'ultima volta che mi è successo', significa che mi sentirò una merda per tanto, tantissimo tempo, e a questo si aggiungeranno altre paure di natura nuova: che i miei amici inizino ad allontanarsi da me, che chi mi conosce poco mi giudichi male e magari si faccia anche una risata alle mie spalle liquidando una cosa per lui/lei senza importanza, magari con la solita, adorabile profondità intellettuale maschile: 'si vede che aveva il ciclo' (che è meglio non commentare perchè dovrei aprire un capitolo a parte), che la persona più importante della mia vita si renda conto che si è legato ad una ragazza impossibile e insopportabile. e decida di continuare da solo.
insomma, io non sono così. vorrei solo riuscire a dimostrarlo sempre.

martedì 19 gennaio 2010

non ci siamo capiti, mi sa.

ah ma allora non parlo italiano, evidentemente. cosa cazzo vuoi dalla mia vita?perchè devi criticare qualsiasi stronzata scrivo quando basterebbe non leggerla?ti credi tanto superiore?mi dispiace, ma non venitemi a toccare un mondo a cui appartenevo già prima che voi ne concepiste l'esistenza, che uso in questo modo da anni e che continuerà ad essere usato come mi pare e piace. vuoi rompere i coglioni?gira al largo, perchè già non significavi nulla per me da prima, ci metto un attimo ad eliminarti definitivamente dalla mia vita.non sei nessuno. non mi fai ridere. non sei spiritoso. e ovviamente trattandosi di un social network non sei in grado di determinare i miei stati d'animo mentre scrivo e il perchè lo scrivo, quindi pensaci bene prima di mettermi in ridicolo perchè forse ho dei fottutissimi motivi per dire quello che dico, e le persone non sempre sono disposte a sopportare le tue stronzate pseudointelligenti tanto per fare il finto alternativo, soprattutto quando già gli girano le palle per problemi che nemmeno puoi immaginare. quindi vai a giocare da un'altra parte. con me hai CHIUSO.

sabato 16 gennaio 2010

ora ho capito.

non esiste più uno spazio dove posso semplicemente scrivere quello che mi passa in testa senza dover dare spiegazioni e motivazioni. io sono così. ho bisogno di buttar fuori una o due frasi che riassumano quello che provo, anche se il resto del mondo non lo capisce me ne frega meno di zero. dato che ho problemi con la comunicazione verbale, se mi togliete anche questo scoppio. e allora su facebbok no perchè ti conoscono e poi parte una sfilza di commenti anche da chi non c'entra nulla. adesso pure su twitter mi rompono i coglioni. ma immagino sia colpa mia, che ancora mi ostino a credere che alcune persone siano destinate alla condivisione e, soprattutto, siano abbastanza intelligenti da capire. che errore basilare che ho fatto.

giovedì 14 gennaio 2010

un cervello nuovo

studierei, davvero, se solo riuscissi a fermare le lacrime  che mi salgono continuamente agli occhi. e so che non hanno un vero perchè. soltanto, mi capita ultimamente di sentirmi nuovamente in caduta libera, nuovamente persa senza un punto di riferimento o ancoraggio, in balìa del caso e degli eventi. non so perchè ultimamente le mie giornate sono costellate di insospettabili ferite inferte da situazioni e parole senza senso. cose che normalmente non dovrebbero far male, a me lo fanno. ma dov'è la novità?non sono mai stata una persona tranquilla, nè solare, nè perfettamente integrata con il mondo. queste quattro pareti diventano una cella che si stringe e non so mai come risollevarmi. so che passerà prima o poi, lo fa sempre, ma non so davvero come ridare un senso a queste giornate. non so come ridare un senso a me. voglio un cervello nuovo.

lunedì 11 gennaio 2010

dei post senza senso.

stanca stanca stanca. sono così, e non posso farci nulla. credetemi, ci ho provato almeno almeno quattordici anni o giù di lì. sono fatta in un certo modo. giusto, sbagliato, chi lo sa. e chi può deciderlo, tra l'altro? penso si tratti più di accettare che in qualche modo esistiamo, facciamo scelte, reagiamo in determinati modi. e le mie, di reazioni, sono quanto di meno incontrollato possiedo. sono lunatica, e non dipende dai momenti. lo sono sempre. posso passare dalla gioia più sfernata al pessimismo cosmico. non mi piace parlare, o almeno non in determinati contesti. se potessi scegliere le mie comunicative per relazionarmi con il mondo, quella verbale sarebbe depennata immediatamente dalla lista, o per lo meno rimarrebbe appannaggio di pochi eletti. perchè..perchè...boh, sostanzialmente perchè parlare mi sta sulle palle. o forse perchè ho sprecato il fiato con troppa gente per credere ancora al semplice teorema secondo cui tu parli e qualcuno ti ascolta, valuta quello che dici, ragiona, rivede le sue posizioni o meno, eccetera eccetera. credo che a parte forse un quarto della popolazione (che inguaribile ottimista sono..) il resto senta i fringuelli che cantano, mentre gli parli. ma questo sarebbe il meno. il fatto è che chi sente i fringuelli è di solito colui (o aimè, quasi più frequentemente colei) che ha deciso le sue convinzioni in tenera età e ci si attiene con costanza granitica senza che gli sfiori l'idea che forse quello che pensa sia sbagliato. o quanto meno, vada adeguatamente smussato per adattarsi alla società umana. comunque. quello che allora mi chiedo, è perchè questi elementi tirino avanti con calma invidiabile senza smuoversi di un millimetro mentre io a momenti mi sento divorata dai dubbi, dai rimorsi e dagli esami di coscienza anche dopo aver portato fuori il cane? ma perchè l'autocritica è passata di moda? perchè nessuno si mette più in discussione, perchè è così difficile pensare di poter sbagliare, su che basi nasce questa profonda, radicata fiducia sulla propria infallibilità? e soprattutto...perchè cavolo io devo sempre essere fatta al contrario e corcifiggermi per ogni cosa?
quindi, per riassumere. alti e bassi, sensi di colpa, incoerenza, tendenza alla non-comunicazione (da molti classificata, negli anni giovanili, tendenza a 'tirarsela', immagino dopo profonda e attenta analisi...).
ok, l'unica cosa che mi manca è capire come posso arrivare a ignorare ciò che non mi serve dagli altri (consenso, approvazione, giudizi) e degnarmi finalmente della fiducia che merito?
(l'avevo detto nel titolo che il post era insensato.)

domenica 3 gennaio 2010

a new begin

si spera che continui così. che possa continuare a sentirmi come mi sono sentita in quei tre giorni. che mi continui a divertire come la notte di capodanno, finalmente il primo veramente meraviglioso di tutta la mia insulsa vita. che possa raddrizzare la rotta, smussare gli angoli, vincere le mie battaglie. e so che sono tante. e soprattutto, quando ti scontri con te stessa sono ancora più difficili. so quali sono i miei limiti, so di rischiare in determinate situazioni. eppure voglio andare avanti. indietro non si torna, questo è ovvio. per cui riprovo a inserirmi in queste situazioni in cui mi sento sempre non coinvolta, in cui lotto col senso di non appartenenza, se non di rifiuto vero e proprio. ora, chiudiamo gli occhi e tuffiamoci.
Happy new year.