martedì 6 aprile 2010

brain.

okay, so che siamo questa stupenda macchina che funziona con meccanismi studiati al millimetro eccetera eccetera.so che facoltà quali il pensiero, la memoria, il linguaggio, tutto contribuisce a renderci una specie avanzata. ma francamente, diciamocelo, abbiamo non poche lacune. penso al nostro cervello. dato che, se non vado errata, ne usiamo circa il 10% (o almeno così ho saputo), la mia massima aspettativa si ripone tutta nel restante 90%. magari in quelle parti che al momento giacciono apparentemente intonse o comunque utilizzate per scopi ancora ignoti alla scienza ci saranno, nell'ordine:
a) un interruttore che impedisca alla mente di martoriarti di continuo sulle stesse cose per giorni, settimane, mesi, anni. quando pensi di stare bene, ciclicamente le paranoie ritornano, stringendoti in una morsa fino a tenerti sveglio la notte a guardare il soffitto. quando sembra che tutto stia andando bene, basta un qualcosa di veramente minimo, insignificante, prosaico, e tutto torna alla mente, i pensieri tornano a rincorrersi sempre nel solito cerchio, senza inizio nè fine, senza soluzione. le persone intorno a te ti offrono alternative, cercano di entrare nei tuoi meccanismi per fartene vedere l'assurdità o la non veridicità ma tu non riesci a dargli spazio. puoi anche essere la persona più aperta e pronta al confronto e al dialgo del mondo, ma certi pensieri sono così radicati che fanno ormai parte del tuo modo di pensare indipendentemente dalla presenza reale o meno della situazione che li ha generati. (leggi: certe paranoie non ti passeranno mai). i vecchi pensieri tornano sempre attuali, i collegamenti più improbabili nascono spontaneamente, il che mi porta direttamente al punto
b)il dispositivo, la facoltà, la capacità, insomma quel cavolo che serve per rimuovere collegamenti e memorie che ormai non servono più. faccio giusto un esempio terra terra: se con l'amore della tua vita -che per la cronaca, poi ti ha scaricato senza troppi problemi per la tua migliore amica, giusto per rimanere sul banale- avevate la graziosa abitudine di cenare al mcdonald devastandovi così il fegato in nome dell'amore eterno, ed ora tu ti sciogli in lacrime ogni volta che nell'aria senti puzza di fritto o vedi una grossa m stilizzata (o quel cavolo che ha il mcdonald per insegna, non ricordo) in giro per strada, non sarebbe tutto più semplice se avessi il potere di imporre al tuo cervello di svincolare il fritto da ogni ricordo sgradevole?okay, forse un pò estremo, diventerebbe poi un pò troppo 'automatizzato' e cinico, come sistema, ma quantomeno imparare a dimenticare prima le cose che restano solamente a torturarci, senza dare stimolo ad una crescita, per esempio, quelle cose che non hanno altra utilità che ricordarti un fallimento.
c)infine, fortemente collegato al punto precedente, la memoria selettiva. capisco che probabilmente sto spingendo il discorso un pò troppo all'estremo, che in fondo il fascino della nostra mente sta proprio in facoltà come quella di ricordare alcune cose e metterne da parte altre, ma in sostanza quello che chiedo è: ok, rinuncio agli interruttori, rinuncio a staccare i collegamenti coi ricordi (o quantomeno a staccarli dal dolore e dal rimorso), non mi lancerò più in richieste precise, ma mi domando...appena un pochino più di controllo, no??in fondo si suppone che i pensieri siano i miei pensieri, che i ricordi siano i miei ricordi, per cui già sono abbastanza autolesionista di mio nella vita, perchè almeno non posso porre un limite alla varietà di modi che ho per farmi male? perchè devo continuare a pensare a cosa che so di non poter pensare, perchè resuscitare desideri di qualcosa che so di non poter ottenere, non sarebbe più semplice senza? o quantomeno, abbassare l'intensità quando si sente di non poterli più sopportare. giusto così, una tregua ogni tanto. mi sembra un compromesso più che accettabile.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Una tregua dalla vita ... magari! A volte invidio i buddisti che si isolano da tutto :D