venerdì 22 gennaio 2010

old memories.

eppure non ero così. avevo superato tutto questo. ho lavorato anni su me stessa per cercare di non essere più così. dominare quegli scatti che poi mi lasciano solo sconfitta e umiliata. perchè non voglio essere giudicata per quei pochi momenti che ancora sfuggono al mio controllo. e invece nelle ultime settimane stanno aumentando paurosamente. non voglio ritornare indietro a vecchi difetti così faticosamente superati. se c'è una cosa che ho imparato, è che alle persone basta un attimo per giudicare, e quel giudizio se lo terranno poi stretto tutta la vita. sembra una visione un pò troppo sconsolata, ma in realtà è così. l'ho provato sulla mia pelle più e più volte. ho avuto un carattere difficile fin da bambina. molto difficile. non sono qui a dire che ero la povera vittima esclusa dai giochi e trattata male, perchè nei miei ricordi meritavo gran parte degli sgarbi che ricevevo. ma poi, sono ricordi corretti questi? un bel regalo lasciatomi dai miei compagni di infanzia, è che non ricordo assolutamente niente dei miei anni di vita, praticamente fino al liceo ( e anche lì ho grosse difficoltà). come se fosse stato dato un colpo di spugna al mio cervello, che sicuramente ha preso la saggia decisione di proteggermi e ha selezionato ciò che valeva la pena ricordare. cioè, un bel nulla. non posso pronunciare la solita frase 'ho avuto un'infanzia felice'. la mia infanzia è stata un inferno. anche se non ho assolutamente modo di raccontare nei dettagli il perchè. (e anche se mi ricordassi, non lo racconterei mai). per cui un'altro ritornello che mi ha accompagnato nel corso degli anni è stato: hai un caratteraccio, devi smetterla di esser così, con te non ci si può parlare, ecc ecc ecc.
e ci ho lavorato su. dio, se ci ho lavorato. e credetemi, non è semplice. eppure credevo di esserci riuscita. invece in queste settimane posso contare praticamente uno scatto di nervi alla settimana, se nondi più. mi sento una fallita. sento di aver perso ogni stima nel giudizio delle persone intorno a me (se mai ne avessero avuta). mi sento di nuovo come se avessi otto anni, con nessuno che vuole più stare vicino a me, giocare con me, parlare con me o semplicemente avere a che fare con me.
e so benissimo che chi mi sta intorno farà un sorriso sarcastico di fronte ai miei momenti di intolleranza, probabilmente anche uno sguardo di compatimento, non accorgendosi che per me è una tragedia che si consuma dall'interno. significa che ho fallito di nuovo, per di più di fronte a persone che magari stimo (e chi mi conosce un pò sa il mio -pessimo- rapporto coi fallimenti e la difficoltà a digerirli) significa dover fare i conti con un imbarazzo per un qualcosa impossibile da giustificare e spiegare e che quasi nessuno potrà mai capire, significa che le prossime settimane della mia vita che passerò con altre persone saranno un continuo, stretto lavoro di autocontrollo per poter aumentare il tempo tra oggi e 'l'ultima volta che mi è successo', significa che mi sentirò una merda per tanto, tantissimo tempo, e a questo si aggiungeranno altre paure di natura nuova: che i miei amici inizino ad allontanarsi da me, che chi mi conosce poco mi giudichi male e magari si faccia anche una risata alle mie spalle liquidando una cosa per lui/lei senza importanza, magari con la solita, adorabile profondità intellettuale maschile: 'si vede che aveva il ciclo' (che è meglio non commentare perchè dovrei aprire un capitolo a parte), che la persona più importante della mia vita si renda conto che si è legato ad una ragazza impossibile e insopportabile. e decida di continuare da solo.
insomma, io non sono così. vorrei solo riuscire a dimostrarlo sempre.

martedì 19 gennaio 2010

non ci siamo capiti, mi sa.

ah ma allora non parlo italiano, evidentemente. cosa cazzo vuoi dalla mia vita?perchè devi criticare qualsiasi stronzata scrivo quando basterebbe non leggerla?ti credi tanto superiore?mi dispiace, ma non venitemi a toccare un mondo a cui appartenevo già prima che voi ne concepiste l'esistenza, che uso in questo modo da anni e che continuerà ad essere usato come mi pare e piace. vuoi rompere i coglioni?gira al largo, perchè già non significavi nulla per me da prima, ci metto un attimo ad eliminarti definitivamente dalla mia vita.non sei nessuno. non mi fai ridere. non sei spiritoso. e ovviamente trattandosi di un social network non sei in grado di determinare i miei stati d'animo mentre scrivo e il perchè lo scrivo, quindi pensaci bene prima di mettermi in ridicolo perchè forse ho dei fottutissimi motivi per dire quello che dico, e le persone non sempre sono disposte a sopportare le tue stronzate pseudointelligenti tanto per fare il finto alternativo, soprattutto quando già gli girano le palle per problemi che nemmeno puoi immaginare. quindi vai a giocare da un'altra parte. con me hai CHIUSO.

sabato 16 gennaio 2010

ora ho capito.

non esiste più uno spazio dove posso semplicemente scrivere quello che mi passa in testa senza dover dare spiegazioni e motivazioni. io sono così. ho bisogno di buttar fuori una o due frasi che riassumano quello che provo, anche se il resto del mondo non lo capisce me ne frega meno di zero. dato che ho problemi con la comunicazione verbale, se mi togliete anche questo scoppio. e allora su facebbok no perchè ti conoscono e poi parte una sfilza di commenti anche da chi non c'entra nulla. adesso pure su twitter mi rompono i coglioni. ma immagino sia colpa mia, che ancora mi ostino a credere che alcune persone siano destinate alla condivisione e, soprattutto, siano abbastanza intelligenti da capire. che errore basilare che ho fatto.

giovedì 14 gennaio 2010

un cervello nuovo

studierei, davvero, se solo riuscissi a fermare le lacrime  che mi salgono continuamente agli occhi. e so che non hanno un vero perchè. soltanto, mi capita ultimamente di sentirmi nuovamente in caduta libera, nuovamente persa senza un punto di riferimento o ancoraggio, in balìa del caso e degli eventi. non so perchè ultimamente le mie giornate sono costellate di insospettabili ferite inferte da situazioni e parole senza senso. cose che normalmente non dovrebbero far male, a me lo fanno. ma dov'è la novità?non sono mai stata una persona tranquilla, nè solare, nè perfettamente integrata con il mondo. queste quattro pareti diventano una cella che si stringe e non so mai come risollevarmi. so che passerà prima o poi, lo fa sempre, ma non so davvero come ridare un senso a queste giornate. non so come ridare un senso a me. voglio un cervello nuovo.

lunedì 11 gennaio 2010

dei post senza senso.

stanca stanca stanca. sono così, e non posso farci nulla. credetemi, ci ho provato almeno almeno quattordici anni o giù di lì. sono fatta in un certo modo. giusto, sbagliato, chi lo sa. e chi può deciderlo, tra l'altro? penso si tratti più di accettare che in qualche modo esistiamo, facciamo scelte, reagiamo in determinati modi. e le mie, di reazioni, sono quanto di meno incontrollato possiedo. sono lunatica, e non dipende dai momenti. lo sono sempre. posso passare dalla gioia più sfernata al pessimismo cosmico. non mi piace parlare, o almeno non in determinati contesti. se potessi scegliere le mie comunicative per relazionarmi con il mondo, quella verbale sarebbe depennata immediatamente dalla lista, o per lo meno rimarrebbe appannaggio di pochi eletti. perchè..perchè...boh, sostanzialmente perchè parlare mi sta sulle palle. o forse perchè ho sprecato il fiato con troppa gente per credere ancora al semplice teorema secondo cui tu parli e qualcuno ti ascolta, valuta quello che dici, ragiona, rivede le sue posizioni o meno, eccetera eccetera. credo che a parte forse un quarto della popolazione (che inguaribile ottimista sono..) il resto senta i fringuelli che cantano, mentre gli parli. ma questo sarebbe il meno. il fatto è che chi sente i fringuelli è di solito colui (o aimè, quasi più frequentemente colei) che ha deciso le sue convinzioni in tenera età e ci si attiene con costanza granitica senza che gli sfiori l'idea che forse quello che pensa sia sbagliato. o quanto meno, vada adeguatamente smussato per adattarsi alla società umana. comunque. quello che allora mi chiedo, è perchè questi elementi tirino avanti con calma invidiabile senza smuoversi di un millimetro mentre io a momenti mi sento divorata dai dubbi, dai rimorsi e dagli esami di coscienza anche dopo aver portato fuori il cane? ma perchè l'autocritica è passata di moda? perchè nessuno si mette più in discussione, perchè è così difficile pensare di poter sbagliare, su che basi nasce questa profonda, radicata fiducia sulla propria infallibilità? e soprattutto...perchè cavolo io devo sempre essere fatta al contrario e corcifiggermi per ogni cosa?
quindi, per riassumere. alti e bassi, sensi di colpa, incoerenza, tendenza alla non-comunicazione (da molti classificata, negli anni giovanili, tendenza a 'tirarsela', immagino dopo profonda e attenta analisi...).
ok, l'unica cosa che mi manca è capire come posso arrivare a ignorare ciò che non mi serve dagli altri (consenso, approvazione, giudizi) e degnarmi finalmente della fiducia che merito?
(l'avevo detto nel titolo che il post era insensato.)

domenica 3 gennaio 2010

a new begin

si spera che continui così. che possa continuare a sentirmi come mi sono sentita in quei tre giorni. che mi continui a divertire come la notte di capodanno, finalmente il primo veramente meraviglioso di tutta la mia insulsa vita. che possa raddrizzare la rotta, smussare gli angoli, vincere le mie battaglie. e so che sono tante. e soprattutto, quando ti scontri con te stessa sono ancora più difficili. so quali sono i miei limiti, so di rischiare in determinate situazioni. eppure voglio andare avanti. indietro non si torna, questo è ovvio. per cui riprovo a inserirmi in queste situazioni in cui mi sento sempre non coinvolta, in cui lotto col senso di non appartenenza, se non di rifiuto vero e proprio. ora, chiudiamo gli occhi e tuffiamoci.
Happy new year.