sabato 7 maggio 2011

il futuro.

e non sapendo come, negli ultimi mesi mi trovo spaventata dal futuro. anche se forse spaventata non è la parola esatta. direi più un paralizzante terrore. accade a volte che la mia mente si blocchi e rimangano solo i 'cosa farò? dove andrò? chi voglio essere, dopo questo?'... ovviamente le risposte non le ho. sono sempre stata più interessata al viaggio che alla destinazione. nonostante qualche inciampo iniziale, mi trovo bene nella dimensione in cui sono adesso. certo, ci sono i momenti di sconforto, i momenti in cui non ne puoi più. ma uscire dalla propria zona di sicurezza crea ancora più ansia. non sono mai stata una di quelle che da bambina ha comunicato ai genitori cosa voleva fare nella vita e alla fine si è attenuta al piano. io me ne arrivavo quasi ogni mese con un'idea diversa e più o meno improponibile. e il fatto che fossero progetti irrealizzabili non dipendeva dal fatto che ero bambina, perchè ho continuato negli anni a pormi obiettivi ugualmente impossibili. forse perchè ho un'isana paura dei fallimenti, perchè non so come gestirli. è più semplice dire che tanto 'non sarò mai in grado di farlo' e abbandonare in partenza. scegliere cose al di fuori della propria portata, così da non doverci sbattere il naso. ora, in particolare, ho anche la sensazione di aver ancora meno tempo della maggior parte delle persone che mi circondano. come se avessi potuto fare liberamente le mie scelte e i miei errori fino ad ora, e adesso dovessi cominciare a dare qualcosa in cambio. so che nella realtà nulla potrebbe rendere più fiera la mia famiglia dei miei successi universitari. ma non mi sento pronta, ora, e forse non mi sentirò mai pronta. non so se riesco a camminare sulle mie gambe. non so se veramente sarò in grado di cambiare di nuovo città, e questa volta in maniera più definitiva. sono spaventata dalla mia tendenza a mandare tutte le cose all'aria, quando non riesco più a sostenere la pressione. sono spaventata dall'idea di avere rimpianti terribili su come non ho fatto le cose quando avrei dovuto, di aver fatto le scelte sbagliate e non poter più tornare indietro a raddrizzare le cose. più generalmente, ho il terrore di essere infelice. di soffrire. tutte le cose su cui non posso avere un controllo completo mi fanno impazzire. e se mi ritrovassi tra una decina d'anni, iprigionata in una vita che non voglio, frustrata, infelice, che ripenso solo a quando potevo impedire alla mia esistenza di diventare quello che è in quel momento? cosa potrei comunque fare, a quel punto, se non prendere atto della cosa e rassegnarmici? ecco, nella rassegnazione proprio non sono brava. e a vedere come sta uscendo questo post, direi che anche nell'ottimismo ho notevoli margini di miglioramento.
poi c'è la cosa più pesante...è che io voglio rimanere qui. mi si spezza il cuore all'idea di lasciare questa città, che mi ha abituata ad un tipo di vita in cui trovo perfettamente la mia dimensione ma che non si può ritrovare in nessun'altra città. alla fine ho ancora qualche mese prima di sprofondare nella disperazione del 'cosa faccio??' e magari cercare di imparare a vedere le cose in prospettiva, in maniera un po' più rosea. sarebbe bello capire che anche lasciarsi andare a volte è bello. perchè alla fine, malgrado tutte queste smanie di controllo le mie insicurezze sono sempre quelle. non riuscirò mai a sentirmi meglio solo perchè ho programmato tutto, anche e soprattutto perchè ci saranno sempre quelle variabili che non dipendono dalla mia volontà. vorrei tornare a ragionare come un paio di anni fa, in cui mi dicevo che i programmi a lungo termine sono pressoché inutili. due anni fa non avrei mai detto che sare finita a venezia, eppure sono qui. e questa è la prova che posso anche programmarmi la vita, ma poi strada facendo si aprono tante di quelle possibilità che non credevi lontanamente possibili, le situazioni evolvono, i casi si intrecciano, tutto converge in un percorso che, almeno nel mio caso, non è mai stato una linea retta ma una successione continua di tornanti, false partenze, curve e salite. ma è questo il bello. trovo che sia una sensazione bellissima quando accetti una proposta non aspettata né programmata, con quel senso di euforico stupore che ti fa ripetere a té stesso 'ma sono proprio io a farlo?chi l'avrebbe mai detto!'. ecco, quella sensazione mi fa sentire viva. liberarmi dalla responsabilità di fare un piano ed attenermici, perchè tanto cambio idea ogni cinque minuti. vedere dove ti portano le tue scelte e quelle degli altri, il caso, il trovarsi al posto giusto nel momento giusto, il seguire o meno i consigli e le indicazioni che ci vengono dati, i colpi di testa. solo che, appunto, mi ci abbandono così poco a questi momenti. solo quando vedo che le cose hanno iniziato a funzionare, perchè prima mi sento comunque spaesata. devo abbandonare quest'idea che devo sapere esattamente cosa farò e quando. vediamo dove mi porta tutto il resto.