sabato 9 maggio 2009

hard times.

difficile dire cosa non va in questi giorni. è come un rumore di fondo che si infiltra in tutto quello che faccio. ne sono a malapena consapevole. eppure è lì. sto solo sperando che non renda queste ultime quattro settimane un inferno, ma non ho tanta fiducia. mi sto chiudendo sempre di più dentro queste quattro mura, non vedo più il motivo per impegnarsi a socializzare o chiamare qualcuno. tanto non cambia niente. ovunque io sia, con chiunque io sia, non cambierà mai niente. eppure...confesso che ci avevo stupidamente sperato. non tanto, giusto un pò. ok, va bene, ci speravo molto. avevo delle aspettative particolari su questo viaggio, che non riguardavano nè il punto di vista scolastico nè le aspirazioni ad un erasmus distruttivo e festaiolo che quasi tutti sembrano avere. le mie aspirazioni erano leggermente diverse. è vero che mi aspettavo di più, più esperienze, più uscite, più tutto...ma soprattutto più legami, più amicizie. lo so che condividere quattro mesi con alcune persone non significa creare amicizie, si tratta solo di conoscenze superficiali, ma mi sarei accontentata. di sentirmi, almeno per una volta, in un gruppo. di non dover vivere anche qui l'umiliazione di dover quasi supplicare alla gente di uscire e sentirsi comunque rispondere di no. è capitato una volta, ora basta. non sono disposta a questo, non mi serve pregare nessuno. piuttosto faccio quello che sto facendo ora, cioè chiudermi volontariamente in questa stanza e non metterne più il naso fuori. non mi servono feste, non mi servono cene fuori, non mi servono amici. anche perchè non ho possibilità di scelta, in questo campo. sono sola qui com'ero sola in italia. solo che qui avevo delle aspettative diverse...e vederle infrangersi di nuovo fa ancora più male. arrivata a questo punto posso solo aspettare che finisca, e cercare di non pensarla in termini di tutto quello che mi sono persa, di come ho dovuto lasciare indietro gli esami in italia, e fare di tutto per non permettergli di ritardare la mia laurea. non dovrei essere sorpresa da tutto ciò, ci sono abituata, per cui tornare ad essere la solita me non dovrebbe essere così dura. e invece lo è. e ricomincio a guardare le foto di chi è in italia, e fa serate che io perderò irrimediabilmente, magari allontanandomi ancora di più da tutti loro. se avrò rimpianti su quest'erasmus?sicuramente li avrò. lo so già. ma non riguardano me direttamente. posso anche sopravvivere al fatto che, a differenza di qualsiasi altra persona che abbia fatto quest'esperienza, l'abbia vissuta chiusa nella mia camera, senza viaggiare, senza cogliere le opportunità, e anche -perchè no- senza passare ogni tanto qualche serata folle che non fa poi così male. e l'unica esperienza a cui non vorrei rinunciare, l'unica occasione che non mi ricapiterà mai e che con tanta fatica sono riuscita a programmare, mi sta causando molti più problemi di quanto divertimento mi darà andare a quel fottutissimo ballo. i miei rimpianti riguardano altro. che tante persone hanno fatto dei sacrifici per me, e io li sto sfruttando rimanendo qui a non fare niente e a sprofondare nella passività. comincio a non aver voglia più di nulla. solo sperare che si concluda il più presto possibile e poi non parlarne più. mai più. non sono tagliata per questo, lo sapevo già. eppure mi sono intestardita a volerlo fare. e ora sono qui a succhiare passivamente ogni straccio di informazione da chi è a casa mia, chiedendo sempre cosa fa e con chi, illudendomi che quelli siano anche i miei amici, che forse in quella serata avrei potuto esserci pure io...anche se so benissimo che in realtà non è così, che con loro c'entro solo in quanto 'ragazza di'. eppure è così dolce ogni tanto illudersi. perchè non riesco a capire come mai io sia biologicamente inadatta a tenermi amicizie. non conosco nessun'altro così. eppure non mi sembra di comportarmi così male. e non lo dico chiudendo gli occhi davanti ai miei difetti, di cui anzi sono la prima ad esserne consapevole. ma mi sembra di tenerci agli amici. non capisco cosa faccio per meritarmi pugnalate alle spalle e ipocrisia, non lo capisco davvero. e quindi concluderò questo viaggio tra poche settimane, e tornerò a sfruttare come una parassita legami che non sono i miei, sperando e illudendomi che forse col tempo potranno, almeno loro, arrivare a considerarmi un'amica e non l'appendice di un'altra persona. dio, quanto sono patetica.

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