mercoledì 16 settembre 2009

esausta

esausta fisicamente ma anche dentro. esausta di pensare a mille cose, che poi io a prendere tutto con filosofia non sono mai stata capace. sono stanca di svegliarmi con l'incastro di cose e pensieri nella testa, di intuire cosa possano volere gli altri da me. di capire cose non dette, e fare affidamento solo su ciò che ritengo sia giusto. perchè non sono brava a credere in me stessa. all'orizzonte si prospettano i miei soliti demoni, le mie insicurezze storiche, le vecchie paure...tra meno di una settimana dovrò affrontare di nuovo un nuovo ambiente, interamente da sola. ho paura, non posso negarlo. e la paura del sociale non è l'unico timore che ho, ho anche paura di non essere all'altezza di quello che voglio essere. oggi mi ritrovo qua a scrivere, e pure in maniera particolarmente contorta, cercando di seguire un treno di pensieri che è già sparito per lasciare posto al successivo. non so cosa mi aspetta, i prossimi mesi. sono emozionata, ovviamente, ma mi ritrovo per l'ennesima volta terrorizzata dalla prospettiva di camminare solo sulle mie gambe. è come se tutte le cose di cui ho sempre avuto timore si siano riunite tutte a venezia. so che posso affrontarle, ma certe volte mi sembra...mi sembra di essere esausta. di cercare un modo per lasciarmi tutte le pressioni alle spalle, almeno per qualche ora. di non voler più crescere, di non voler diventare adulta con tutte le responsabilità e i 'dover essere' in un certo modo. forse perchè ancora dentro mi sento immensamente bambina. ma a livelli inimmaginabili. ho compiuto ventisette anni dieci giorni fa e mi sento come se ne avessi sedici. ogni tanto vorrei poter staccare tutto e fermarmi.in certi momenti non sopporto più di pensare, incastrare, organizzare e programmare..e soprattutto non sopporto più di dovermi chiedere se ce la farò. è quella la parte più difficile. svalutarmi sempre e costantemente, avere continuamente bisogno di conferme esterne, di desiderare la vita degli altri, di sognare di essere diversa, di poter vivere tutto quello che loro vivono. di poter sentire i brividi che loro sentono, di poter osare quello che loro osano. vorrei uscire dalla prigonia di questi schemi prima che mi portino a non tollerarli più. so di essere partita da una cosa per poi concludere in un'altra, ma come al solito mi risulta difficile mettere dei paletti e incanalare i pensieri. perciò li lascio defluire fuori e basta, e in fondo sono felice che mi basti scrivere nella vita per girare la valvola che abbassa la pressione, invece di dover ricorrere ad altri metodi.

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