martedì 27 ottobre 2009

intolleranza.

non è solo una questione di intolleranza. non dipende solo dal fatto che manca completamente la cognizione del rispetto umano nella convivenza. non è perchè non sei in grado di fare mezzo passo senza cozzare contro qualcosa, perchè sei la regina della disorganizzazione, perchè mentre io dormo beata devo svegliarmi perchè tu sbatti armadi e cassetti come se fossi sola. non è nemmeno solo perchè mi hai occupato mezzo cassetto col tuo quintale di roba, perchè il tuo stendino perennemente strabordante di panni ha stazionato più di due settimane in camera da letto, non perchè fai otto lavatrici e quindici docce al giorno....ok vabbè, forse l'inghilterra mi avrà fatto male, ma mi ritengo pulita anche con una doccia al giorno e basta..non è nemmeno il tono di voce di quattro ottave sopra la norma, il chiacchierare ininterrotto che penetra nel cervello per ore senza sosta finchè il mio unico neurone già sensibilmente provato dallo studio invoca pietà con le lacrime agli occhi, nè perchè mi svegli nel cuore della notte perchè parli, ridi, piangi anche nel sonno (!!!). giusto: apriamo un capitolo sulla notte: iniziamo dalle quattro-otto visite notturne al bagno, accompagnate ovviamente dall'urto (nemmeno silenzioso poi!!) di tutti i quattro mobili in croce della camera, o dalla danza della lucetta notturna che si protrae ogni sera per almeno quindici minuti perchè ancora dopo un mese non sei riuscita a trovarci una sistemazione adeguata e soprattutto mantenerla??o del fatto che la tua empatia per il genere umano ti porta a considerare che dopotutto se sei sveglia tu non vedi perchè gli altri debbano dormire, per cui via di cose urtate, rovesciate, sbattute, scartate, e chi più ne ha più ne metta? e ti dirò, forse non sono nemmeno le risatine sceme, i versetti, le imprecazioni degne di una suora (credimi, ogni tanto dire 'che cazzo' invece di 'perbaccolina' è profondamente liberatorio...)le smorfiette, le canzoncine storpiate,i mugolii senza senso e le filastrocche idiote...ok forse ripensandoci tutto questo è un buon sessanta per cento. ma c'è altro: c'è che io ho sempre amato venezia. e non so perchè mi son fatta convincere a non andarci. la paura di restare sola come in inghilterra mi ha frenato troppo. io voglio girare tutte le calli, conoscerla come le mie tasche una volta per tutte. perchè è sempre stata la città dove avrei voluto vivere, quella che più adoro, di cui non mi stanco mai. e non mi interessa se la sera non c'è niente da fare. non è che qui faccia poi molto di più. non è che tenga particolarmente a far comunella con te e i tuoi compari. ed è mille volte più allettante la prospettiva di rimanere comunque sola, se rimango sola a venezia. morale della favola: il prossimo anno (e se capita pure prima) levo le tende da qua.

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